di Davide Pitocco
Nelle ultime due tappe di montagna il Giro del Delfinato ci ha consegnato una serie di sentenze esaltanti per alcuni, impietose per altri. Nella penultima frazione Evenepoel per ora non è in grado di tenere il ritmo degli scalatori puri, quando si alza il ritmo. Ciccone invece sta dimostrando una forma in crescendo: si è messo in mostra, ha lottato, è scattato, non è mai riuscito a fare il vuoto, ma le sensazioni per il Tour sono più che buone. Il lavoro di Vlasov è stato superlativo: complice la crisi nera dello spagnolo, il gruppetto dei big è andato a giocarsi il successo negli ultimi 2 km. Si è staccato Mikel Landa prima che Buitrago provasse a un allungo: gli si sono accodati Ciccone, Jorgenson e Roglic con lo sloveno che doveva solo attendere il momento giusto per piazzare il suo sprint dopo un tentativo di Lazkano e coronare un lavoro perfetto della sua Bora, soprattutto di un monumentale Vlasov.
Jorgenson è secondo, Ciccone buon terzo davanti alle due grandi sorprese di questo Delfinato, Lazkano e Gee, mentre Evenepoel perde quasi 2′.
Nell’ultima tappa il leader della generale Primoz Roglic deve gestire un vantaggio di poco superiore al minuto su Matteo Jorgenson e Derek Gee; più staccati gli altri.
Ai meno 6 km ci prova di nuovo De Plus con a ruota tutti i migliori, tranne un Evenepoel nuovamente in difficoltà. Quest’azione permette a 7 corridori di raggiungere Ciccone, nell’esatto momento nel quale sorprendentemente perde contatto Alexandr Vlasov, splendido sino alla giornata di ieri.
Così si ammira l’attacco deciso di Carlos Rodriguez ai meno 5, seguito da Jorgenson, nuovamente De Plus e Gee e Buitrago.
Roglic entra in crisi e quindi in difficoltà, allora prosegue da solo con Ciccone a qualche decina di metri. Poco più avanti un maestoso Derek Gee attacca portandosi dietro i soli Rodriguez e Jorgenson, lasciando sul posto il colombiano ed il gregario della INEOS che galleggiano tra i battistrada e Roglic/Ciccone. 10 secondi più indietro troviamo la coppia composta da Remco e Vlasov; sicuramente più in palla di ieri il belga.
Ai 2 km dall’arrivo, dove le pendenze si fanno molto più dolci, Roglic paga circa 30 secondi dalla testa della corsa, dalla quale si stacca un comunque ottimo Derek Gee.
Quando i battistrada tagliano il traguardo per vedere il distacco del leader della generale e alla fine lo sloveno si salva per il rotto della cuffia.