Sua maestà il Monte Bianco incorona Poels

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di Davide Pitocco

Per la quindicesima tappa il Tour arriva sul Monte Bianco, con una frazione alpina di 180 km, Les Gets-Saint Gervais Mont-Blanc. Per ben quattro volte la Grande Boucle è arrivata su questo monumentale massiccio che da sempre è uno dei luoghi prediletti per gli amanti delle due ruote. Il Monte Bianco può definirsi il re del ciclismo, sua maestà, non soltanto per la difficoltà, ma anche per il paesaggio e le bellezze naturali che faranno da corollario alle imprese dei corridori. Il Tour è arrivato già nel 2016 sul Monte Bianco e quella volta a primeggiare fu Romain Bardet, che purtroppo in questo Tour è stato costretto al ritiro.

Martinez, dopo la caduta di ieri, non ha preso il via alla tappa e Petit intervistato ha dichiarato: Dopo una tappa difficile come ieri, oggi avrei preferito un giorno di riposo ed invece abbiamo davanti ancora 5 GPM che presentano pendenze medie al 7% circa.

La corsa è partita subito forte, tanto che il gruppo si è frazionato in due tronconi separati da 29’’. POi un gruppo di nove ha cercato di fare la differenza e prendere vantaggio, tra i fuggitivi anche l’italiano Bettiol, ma alla fine dopo il ricompattamento del gruppo vengono ripresi. Nilss Politt ci prova in solitaria e guadagna 20’’. Il tedesco non rimane a lungo da solo perché viene raggiunto da Alaphilippe, Paret-Peintre e Lutsenko e a questo punto hanno un vantaggio di 27 secondi.

In questa prima parte fatta di mille scatti e controscatti, ora in testa ci sono 26 corridori, col gruppo della maglia gialla a 26″. Non ci sono uomini di classifica tra quelli in fuga. Purtroppo alle 14:30 avviene un replay di quanto accaduto ieri: maxi caduta nel gruppo a causa di uno spettatore che per riprendere con il telefonino tocca un corridore generando un effetto domino.

Dopo l’incidente ci sono 33 corridori all’inseguimento di Alaphilippe e Lutesnko, a 23″ di distacco. Il gruppo della maglia gialla con Pogacar è invece staccato di 1’40” dopo la caduta e la ripartenza.

Mentre la corsa procede, dedicando qualche riga alle riflessioni, alla luce di quello che sta avvenendo oggi, nonostante, la forma non perfetta, di potrebbe dare un vero e proprio premio combattività ad Alaphilippe, a seguito dei tanti attacchi e delle tante fughe a cui ha preso parte, se non dando origine proprio lui. Infatti lui e Lutesnko hanno allungato sul gruppo dei 33 ed ora viaggiano con 34’’ di vantaggio, mentre il gruppo maglia gialla ha 5’34’’.

Questi gli uomini alle spalle del duo in fuga: Wout van Aert (Jumbo-Visma), Marc Soler (UAE Team Emirates), Omar Fraile (Ineos Grenadiers), Olivier Le Gac, Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), Andrey Amador, Magnus Cort, Neilson Powless, Rigoberto Uran (EF Education-EasyPost), Mikel Landa, Wout Poels (Bahrain Victorious), Marco Haller, Patrik Konrad, Nils Politt (Bora-Hansgrohe), Giulio Ciccone, Mathias Skjelmose, Juan Pedro Lopez (Lidl-Trek), Nans Peters (Ag2r-Citröen), Mathieu van der Poel, Soren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck), Rui Costa (Intermarché-Circus-Wanty), Guillaume Martin, Ion Izagirre (Cofidis), Alex Aranburu (Movistar), Chris Hamilton (DSM-Firmenich), Michael Woods, Hugo Houle, Krists Neilands, Dylan Teuns (Israel-PremierTech), Lawson Craddock, Luka Mezgec, Chris Juul-Jensen (Jayco-AlUla), Warren Barguil, Simon Guglielmi (Arkéa-Samsic), Tobias Johannessen, Torstein Traeen (Uno-X), Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies).

La giornata di oggi per Ciccone è fondamentale per prendere la maglia a pois. Il vantaggio sul gruppo maglia gialla è cresciuto a otto minuti e i due fuggitivi che salgono con un ritmo regolare devono essere ripresi per portare a termine questa azione.

L’abruzzese allunga sul gruppo, ma non sa se rompere gli indugi perché alla sua ruota c’è Powless e quindi non vorrebbe gettare energie che poi potrebbe precludere la vittoria di tappa. Intanto Pinot rimane tra i battistrada inseguitori e sbuffa come una locomotiva. Ciccone pedala con semplicità, mentre Van Aert in testa scandisce il ritmo. Il vantaggio del duo di testa si mantiene sempre sui 45’’.

Ciccone fa la volata sul GPM e conquista sei punti, dopo di lui Powless, detentore della maglia a pois, che comunque va a conquistarsi quattro punti.

La volata dell’abruzzese è stata nervosa e di prepotenza, è scattato in piedi con le mani basse sul manubrio come faceva il Pirata infiammando tutti, tifosi e non.

Lutesnko non sta proprio affrontando al meglio la discesa molto tecnica infatti ha commesso diversi errori di traiettoria. Ciccone invece si mantiene nelle prime posizioni del gruppo che insegue. Gli inseguitori riescono a riprendere i due fuggitivi, ma di nuovo Peters ed Haller provano ad uscire dal gruppo, per ora il loro vantaggio è di 40’, mentre la maglia gialla si trova a sei minuti.

Su la Croix de Fry i battistrada si frazionano. Ciccone sul GPM parte secco con le mani basse e si va a conquistare i dieci punti della speciale classifica degli scalatori, andando a posizionarsi in modo provvisorio al primo posto, complice anche la crisi di Powless che lungo la salita ha alzato bandiera bianca. Ora sono in 24 al comando e il gruppo maglia gialla insegue a 24’’.

Dopo una breve discesa i corridori tornano a salire e questa volta è il turno del Col des Aravis. La bici, rossa fiammante come una Ferrari in miniatura dell’abruzzese, continua a scandire il ritmo dei battistrada, però Soler si produce in una scatto fulmineo e prova ad andare a vincere la tappa. Si fa sorprendere l’italiano e paga lo scatto di Van Aert , seguito a ruota da Teuns e Poels a 10″ dal leader. Lo sforzo profuso nella salita ora lo sta pagando. Conquistare la maglia a pois è importante, però le variabili fino a Parigi sono tante e non tutte dipendono dalla volontà del corridore, invece la vittoria della tappa odierna è una questione che potrebbe vedersi solo con sé stesso, quindi il nostro deve andare a riprendere la ruota di Van Aert e cercare di conquistare la tappa che per un italiano manca da 78 tappe al Tour de France.

Durante la discesa Hamilton e Rigoberto Uran vanno lunghi e cadono fortunatamente senza conseguenze. Il gruppo viene avvisato sul problema che potrebbero incontrare.

Van Aert sta affrontando la discesa non da campione, ma da quel fuoriclasse qual è!

Oggi amministrare la fatica durante gli attacchi non è facile perché il caldo è veramente elevato. Ragionando sugli obiettivi che poteva raggiungere Ciccone si può dire che erano sia la maglia a pois che la vittoria di tappa. Purtroppo le energie spese per conquistare quel GPM da dieci punti le ha pagate durante la rasoiata di Van Aert ed ora i fuggitivi hanno preso 1’13 di vantaggio. Il gruppo maglia gialla si trova a 7’14’’. Il gruppo dei velocisti invece pedala con venti minuto di ritardo. Se continua così l’inerzia della corsa sarà difficile per gli inseguitori andare a riprendere il terzetto in fuga.

Quando inizia l’ultima salita sono rimasti in due, Van Aert e Poels, Soler ha preso contatto ed il corridore belga ha fatto di tutto per liberarsi dello scomodo avversario. Il gruppo maglia gialla si trova a sette minuti.

Poels intanto scatta ed il belga non risponde. La salita è ancora lunga, evidentemente vuole gestire le sue forze. Ciccone nel gruppo inseguitore danza sui pedali e forse con una grande scalata potrebbe riprendere i fuggitivi, alcuni infatti stanno patendo le energie profuse in precedenza.

Intanto i big mettono in allerta i loro sensori e la maglia gialla battezza la ruota del rivale. Ormai per la vittoria di tappa sia un discorso a due tra Poels e Van Aert. Il belga è stato straordinario perché si è gestito nei momenti di difficoltà ed ora sta lì a 20’’ dal battistrada. I corridori stanno andando sù tra due filari di alberi che ai loro occhi sfilano veloci come locomotive. L’ombra rinfresca le loro spalle cotte dal sole e tra gli arbusti il forte sole prova a fare l’occhiolino agli atleti. Poels ora sta andando veramente forte ed infatti ha raddoppiato il suo vantaggio sul corridore della Jumbo. Nel gruppo maglia gialla sono rimasti meno di dieci corridori, di cui 3 sono della UAE e 3 della Jumbo, a testimonianza dello strapotere di queste formazioni. Tutti ora stanno lì con il sole che picchia, perché la lunga fila degli alberi che stanno sull’attenti come soldati disciplinati è terminata e ci sono solo le due ali di folla ad incitare i propri beniamini a dare il meglio.

Adam Yates è rimasto a tirare la maglia bianca, mentre Kuss non tiene il ritmo ed abbandona il suo capitano, a sua giustificazione c’è da dire che è stato vittima durante il percorso di una brutta caduta. Ormai Poels se ne sta andando in solitaria, mentre Van Aert sembra aver alzato bandiera bianca in quanto il suo svantaggio è salito a 1’30’’.

Pogacar, Yates e Vingegaard salgono in solitaria con un ritmo abbastanza sostenuto.

Yates allunga sul suo capitano, avendo avuto il via libera, mancano due chilometri al traguardo. Poels arriva in solitaria, secondo Van Aert.

I due favoriti si studiano con lo sguardo e Rodriguez riesce a rientrare sulle loro ruote.

All’inizio dell’ultimo chilometro parte la rasoiata dello sloveno, ma il danese rimane bene a ruota, non si è lasciato staccare. Rilancia ancora la sua azione, ma il danese non si allontana dalla ruota. Scatta Vingegaard, ma Pogacar lo affianca e tagliano il traguardo gomito a gomito. Alla fine è stato un duello di nervi, la classifica generale tra i due big non è mutata, con il danese in maglia gialla. Domani giornata di riposo e si riparte martedì con la cronometro e poi mercoledì con un’altra montagna mitica, il Courchevel.