di Pierpaolo Di Carlo
Le notti magiche non sono (solo) quelle del celeberrimo mondiale di Italia 90, ma anche e soprattutto quelle costellate di momenti che rimarranno impressi a lungo nei cuori dei tifosi.
Gli stessi che, dopo mesi difficili, possono finalmente urlare di gioia per la vittoria di un trofeo, sbattuto in faccia ai cugini poco amati. Certo, in una stagione come questa la Supercoppa deve essere un punto di partenza e non di arrivo, ma almeno per qualche giorno i tifosi rossoneri potranno pensare alla loro squadra con il sorriso sulle labbra.
Il plauso più grande per un’impresa simile, va all’ultimo degli arrivati in casa Milan: Sérgio Conceição. Come ha detto e dimostrato, per lui la pietra filosofale del calcio non è il bel gioco, ma la semplicità dell’accortezza e della pazienza, con una squadra che è stata capace di tenere egregiamente il campo, riducendo al minimo le occasioni avversarie e azzerando i momenti di sofferenza effettiva. Alla fine il Milan non solo è riuscito a salvare la faccia, a discapito dei due gol presi, ma ha avuto la forza e la calma di abbassare la testa e rimontare in maniera magica un risultato avvilente.
I meriti di Conceição, già amato dai tifosi casciavit, vanno oltre i limiti tecnici e tattici del rettangolo verde, perché qui subentrano tematiche quali la fiducia, la serenità e la gioia nell’essere una squadra. La nuova cura portoghese ha compattato un gruppo di calciatori e uomini che, negli ultimi mesi, ha sentito il peso dei risultati e subito le ripercussioni di tensioni societarie che non dovrebbero raggiungere lo spogliatoio.
Alla luce di ciò, tutto l’ambiente Milan, a sua volta contagiato dall’allegria e dall’entusiasmo della squadra, potrà iniziare a vivere questa stagione in maniera più spensierata e, forse, continuando a tenere la testa alzata ancora per qualche mese.
L’unico rimpianto, forse, è quello di essersi accorti con sette mesi di ritardo di aver scelto il portoghese sbagliato per la panchina del Diavolo.
Ma meglio tardi che mai.