di Davide Pitocco
Ieri finalmente al Tour è arrivata la tanto agognata desiderata detestata cronometro. 22,4 chilometri con partenza da Passy e arrivo a Combloux, nell’Alta Savoia. Qui vive una popolazione che nel lontano 1860 avrebbe voluto essere tutto, tranne che francesi. Furono infatti traditi da Torino con il vergognoso accordo occulto di Plombières. Infatti provarono a cercare l’unione che la Libera Confederazione Elvetica, pur di non diventare sudditi di Torino.
Queste colline popolate da persone tranquille, pacifiche e tradizionaliste, oggi potranno assistere alla battaglia tra Vingegaard e Pogacar. Il primo correrà contro il tempo con la speranza nel cuore di poter mantenere e forse incrementare il vantaggio sul pericoloso rivale, il secondo invece si augurerà di poter recuperare quei dieci secondi che li separano.
Ben quattro volte i due si sono sfidati a cronometro: nel 2021 Pogacar ha guadagnato 27″ su Vingegaard a Laval, ma il danese si rifece a Saint-Émilion (più veloce dello sloveno di 25″); nel 2022 lo sloveno strappò 8″ all’avversario nella crono inaugurale di Copenaghen e il corridore della Jumbo-Visma fece altrettanto con Tadej in quella finale a Rocamadour.
Ieri nel giorno di riposo Pogacar ha postato un video in cui lo vedeva protagonista: si è gettato in piscina con la divisa da ciclista, rilassandosi tra schizzi e tuffi.
La corsa ha inizio dalla pedana di Passy di Michael Mørkøv (Soudal-Quickstep).
Dopo pochi minuti di gara cade inaspettatamente Degenkolb del Team DSM. Intanto il primo corridore partito ha fatto registrare un tempo di 39’46’’. Così immediatamente si pensa alle tattiche migliori per migliorare il tempo. Infatti si pensa di un cambio di bicicletta prima del tratto valido per il GPM.
Fino ad ora il miglior tempo è stato registrato dal campione di Francia Remì Cavagna con il tempo di 35’42, segue con 25’’ di ritardo Pedersen.
Ciccone il primo italiano con indosso la maglia pois dai tempi di Chiappucci sta provando a far registrare il miglior tempo per prendere punti per la classifica degli scalatori. La salita è esplosiva. Si tratta di fare uno sforzo che dura circa sei mesi. Spinge un lungo rapporto dando il meglio, in cerca del intertempo migliore. Il suo obiettivo è battere la concorrenza di Powless per tenersi stretta la maglia. Ottimo tempo sul GPM, in attesa che arrivino sul percorso i fenomeni.
Van Aert è riuscito a far registrare il tempo migliore all’intertempo dopo il GPM con 1’’ di vantaggio di Cavagna e 7’’ su Kung. Le sue qualità sono fenomenali. Ha gestito molto bene la salita.
Ciccone giunge al traguardo e finisce a 2’53” di distanza dalla testa della classifica. Questa è la sua miglior prestazione in salita. Il belga aumenta la velocità per dare tutto sulla bici e arriva con 35’27’’.
L’italiano intervistato ha detto: Non avevo riferimenti, la radio ha smesso di funzionare. Ho dato tutto e speriamo vada bene. Dobbiamo andare a caccia di punti, almeno domani e sabato. Con la squadra vedremo cosa fare.
Alla partenza anche Pogacar. Per lui c’è bicicletta con profilo molto basso, peso al limite di legge e soprattutto cambio bici nel punto cruciale.
Subito dopo parte anche la prova della maglia gialla. Inizia così il duello, che non sarà gomito a gomito, ma contro le lancette dell’orologio. Il danese è partito senza borraccia, quindi anche per lui è ipotizzato un cambio di bici, perché è impensabile fare la crono senza mai bere. Pogacar ha una pedalata molto agile sul col della cascata del cuore. Lo sloveno ha la borraccia per i primi chilometri e pedala su una bicicletta di matrice italiana e marca Colnago. Alla radio di Vingegaard arrivano messaggi motivazionali: Oggi devi mostrare di essere il migliore al mondo.
Pogacar fa registrare al primo intertempo un vantaggio di 25’’ sui migliori che lo hanno preceduto. Il danese invece passa con 16’’in meno rispetto al rivale.. I due favoriti stanno letteralmente volando.
La proiezione ci consegna un danese con 30’’ di vantaggio sullo sloveno. Con questo ritmo andrà a fare un tempo stratosferico. Deve comunque ancora arrivare la parte più difficile del percorso.
Pogacar cambia la bici e riparte subito. Invece la maglia gialla incredibilmente non cambia. Evidentemente in questo momento si sente addosso una potenza ed un controllo incredibile. La maglia bianca che sta perdendo circa 40’’ deve ora dare il massimo, avendo anche una bici più leggera. Se la sua prestazione è straordinaria, si può definire superlativa quella del rivale. In salita ora sta quasi soffrendo, non riesce a sprigionare la potenza a cui ci ha abituati. La posizione di Vingegaard invece è perfetta. Pogacar rischia di perdere un minuto, perché il signore del Tour sta dominando la corsa contro il tempo, le sue pedalate sembrano sprigionare la forza di una moto. Lo sloveno a questo punto deve cercare di salvarsi e perdere il meno possibile.
La maglia gialla si cuce sempre più sulle spalle di Vingegaard, che primeggia a cronometro con 1’38’’ di vantaggio su Pogacar.
La classifica aggiornata quindi è la seguente:
1. Jonas Vingegaard: 63:06:53
2. Tadej Pogacar: +00:01:48
3. Adam Yates: +00:08:52
4. Carlos Rodriguez: +00:08:57
5. Jai Hindley: +00:11:15
Domani si sale sul Courchevel, un’altra tappa mitica per gli italiani, ma dobbiamo rimandare tutto a domani, perché forse per lo sloveno non è tutto perduto, se per caso ha studiato un pochino di storia del ciclismo e precisamente la storia del 2000 quando un romagnolo in orsa ha distrutto un texano in giallo.