“I lavori di riqualificazione e di ripavimentazione in stile stampato di corso Vittorio Emanuele, asse carrabile, sono perfettamente rispondenti alle norme e alla legge che, in termini di accessibilità in favore dei diversamente abili, impongono la presenza di un percorso fruibile, ovvero, in questo caso, il marciapiedi. È quanto emerso nel corso della Commissione Controllo e Garanzia che ha consentito un confronto tra l’Associazione Carrozzine determinate e il progettista dell’intervento in corso di svolgimento, l’architetto Maurizio Oranges. Quello che sicuramente verrà rivisto in seno al cantiere in corso, come suggerito anche dal collega Fabrizio Rapposelli, è la realizzazione degli attraversamenti pedonali dove lo stampato verrà sostituito da una fascia di asfalto liscio compatibile con il resto del progetto”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Mobilità del Comune di Pescara Armando Foschi ufficializzando l’esito della Commissione Controllo e Garanzia.
“Dopo giorni di accuse a distanza e di scaramucce mediatiche siamo arrivati oggi al confronto diretto che ci ha permesso di fare chiarezza sul progetto complessivo – ha detto il Presidente Foschi -. Messa da parte la questione estetica, quell’intervento è frutto di una scelta e di un obiettivo precisi, ovvero nasce dopo che nove anni fa abbiamo tentato di semipedonalizzare corso Vittorio Emanuele, nel tratto compreso tra corso Umberto e via Genova, iniziativa pregiudizialmente bocciata dai commercianti, tanto che la successiva giunta Alessandrini, tra i primi atti firmati, ha provveduto proprio alla riapertura al traffico di corso Vittorio Emanuele. Negli anni ovviamente il traffico automobilistico ha danneggiato la pavimentazione nel tratto compreso tra corso Umberto e via Genova e oggi l’amministrazione Masci ha deciso di intervenire sulla messa in sicurezza di quella che è a tutti gli effetti una strada carrabile soprattutto a tutela dell’utenza debole di una carreggiata destinata al transito dei mezzi, ovvero i ciclisti, prevedendo, nel progetto, l’adozione di meccanismi di moderazione del traffico. Ed esattamente come accade nel resto d’Italia, la misura strutturale adottata prevede la pavimentazione stampata che nei giorni scorsi ha però scatenato la reazione pregiudiziale dell’Associazione Carrozzine determinate, secondo la quale quel tipo di pavimentazione impedisce il transito dei cittadini appunto costretti a muoversi in carrozzina, denunciando quello che sarebbe un errore madornale dell’amministrazione. In realtà come emerso oggi in modo lampante non siamo di fronte a un errore, ma piuttosto a un equivoco o meglio a una svista interpretativa, ovvero: l’Associazione si appella al diritto alla libera fruizione e alla piena accessibilità di corso Vittorio Emanuele a tutti i cittadini a parità di condizioni, dunque sostanzialmente non sarebbe rilevante che corso Vittorio Emanuele è una strada carrabile, ovvero strada destinata al prevalente passaggio di auto, autobus, motocicli e biciclette, che rappresentano il 90 per cento della mobilità di attraversamento dell’asse. Siccome, così come accade oggi, è previsto che quel minimo tratto di corso Vittorio Emanuele un giorno a settimana, la domenica, possa essere chiuso alle auto, divenendo eventualmente, di libero accesso ai pedoni, ecco allora che quella pavimentazione stampata diventa un pregiudizio alla mobilità dei portatori di disabilità e dunque va eliminata ripristinando il semplice asfalto liscio. In realtà non è così perché è evidente che normativamente deve prevalere l’uso prevalente di corso Vittorio Emanuele che è carrabile, e non quello pedonale che, proprio per volere della città e dei commercianti, è divenuto marginale se non addirittura superfluo, con il ripristino della netta separazione tra strada carrabile e marciapiede ai due lati della carreggiata. Essendo una strada destinata al transito dei mezzi, è evidente che la norma di riferimento è quella che tutela l’utenza debole, ossia in questo caso i ciclisti e non i pedoni che su corso Vittorio Emanuele possono transitare senza alcuna difficoltà e in assoluta sicurezza, esercitando il proprio diritto alla piena accessibilità proprio utilizzando il marciapiedi, al pari di tutti gli altri cittadini cosiddetti normodotati, perché oggi nessun pedone, né normodotato, né in carrozzina, può permettersi di camminare senza regole in mezzo alla carreggiata stradale carrabile in mezzo alle auto, salvo farlo a proprio rischio e pericolo, una consapevolezza che di fatto impone di chiudere qualunque sterile diatriba dialettica. Piuttosto, come suggerito in Commissione dal consigliere Rapposelli, ci sembra opportuno rivedere gli attraversamenti pedonali e, in quel caso, eliminare l’asfalto stampato o, al più, affiancare alle strisce pedonali stampate anche quelle in asfalto liscio per agevolare, eventualmente, il transito di tutti i pedoni e su tale tema abbiamo sollecitato l’impegno dell’architetto Oranges”.