
di Emanuele Nuccitelli e Diego Giorgi
Roma, 9 maggio 2025 – Il governo nel corso della riunione del Consiglio dei ministri di oggi, ha impugnato – secondo quanto si apprende – la legge sul fine vita della Regione Toscana approvata a marzo scorso.
Il Consiglio regionale toscano aveva approvato la norma sul fine vita che attua, dopo la raccolta di 10.000 firme promossa dall’associazione Luca Coscioni e le profonde rivisitazioni del dispositivo stabilite dalla maggioranza, la sentenza della Corte Costituzionale del 2019.
“ESULA IN VIA ASSOLUTA DA COMPETENZE REGIONALI E LEDE QUELLE DELLO STATO”
Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha esaminato quattordici leggi delle regioni e delle province autonome e ha quindi deliberato di impugnare la legge della Regione Toscana n. 16 del 14/03/2025, recante “Modalità organizzative per l’attuazione delle sentenze della Corte costituzionale 242/2019 e 135/2024”, in quanto, si legge nella nota di Palazzo Chigi, “nella sua interezza, esula in via assoluta dalle competenze regionali e lede le competenze esclusive dello Stato in materia di ordinamento civile e penale e di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, nonché il riparto di competenze in materia di tutela della salute e della ricerca scientifica e tecnologica, violando l’articolo 117, secondo comma, lettere l) e m), e terzo comma, della Costituzione”.
DONZELLI: “BENE L’IMPUGNAZIONE, LA LEGGE VA FATTA IN PARLAMENTO”
Il governo impugnando la legge sul fine vita toscana “ha fatto bene. Credo sia impensabile che ciascuna Regione possa decidere di normare su un tema così centrale e importante”. Lo sottolinea a Firenze il responsabile nazionale Organizzazione di Fdi, Giovanni Donzelli, a margine della due giorni organizzata al teatro Niccolini, ‘Spazio cultura’. “Immaginatevi cosa potrebbe accadere con una legge sul fine vita in Toscana, un’altra in Umbria o nel Lazio: chi abita al confine cosa fa, quale legge ha?”.
Invece “ci vuole rispetto per tutti. Dobbiamo toglierci la maglietta dei giocatori politici quando si parla della vita per provare a rappresentare tutti insieme il nostro popolo”.
Il Parlamento, quindi, quando ci metterà mano? “Nei tempi utili e necessari possibili. Sicuramente il centrodestra in Parlamento lo farà prima del centrosinistra, che non l’ha fatto negli ultimi anni e oggi, strumentalmente, solleva il problema sia in Parlamento che in alcune Regioni”.
Chi risiede “in una strada ha un diritto a un fine vita, un altro che abita nella strada di fronte o nella stessa strada ma a un numero civico dispari invece che pari, ha un altro diritto?”, chiede ancora. Ecco, sottolinea, “su questi temi esiste il Parlamento che, con la sinistra in maggioranza, per anni non ha fatto nulla. Ci sarà il tempo in cui in Parlamento affronteremo il tema però in modo non ideologico”. Anche perché “credo che sia una mancanza di rispetto verso le persone che stanno male, che su questi temi stanno vivendo delle tragedie, farne una battaglia politica, partitica, mettendo e piantando bandierine”.
SCHLEIN: “DAL GOVERNO UNA SCELTA IPOCRITA, CINICA E CODARDA”
“Una scelta ipocrita, cinica e codarda: il Governo impugna la legge sul fine vita in Toscana, mentre con l’altra mano tiene bloccata la legge sul fine vita in Parlamento. Qui non si tratta di fare propaganda ma di dimostrare la serietà e la responsabilità di non voltare le spalle a chi sta soffrendo, regolando in maniera dignitosa il fine vita. Si tratta di dare seguito a una pronuncia della Corte Costituzionale su cui il Parlamento è in grave ritardo.
Ormai non stupisce più nemmeno il silenzio di Forza Italia, che abbassa la testa a Meloni e Salvini ogni volta, specie quando si tratta di negare diritti. Altro che liberali, come quando si dicono favorevoli a cambiare la legge sulla cittadinanza ma poi invitano a disertare il referendum dell’8-9 giugno che fa esattamente questo”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein.
ASSOCIAZIONE COSCIONI: “IL GOVERNO RICORRE PER BLOCCARE I DIRITTI”
Ricorrendo contro la nostra legge di iniziativa popolare, approvata dal Consiglio regionale della Toscana, il governo prosegue nel disperato tentativo di impedire qualsiasi normativa, nazionale o regionale, che dia garanzie e diritti sulle scelte di fine vita”. È quanto dicono Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria nazionale e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, dopo la scelta dell’esecutivo di impugnare la norma. “Per fare questo, il governo dell’autonomia differenziata fa ricorso per impedire l’esercizio dell’autonomia esistente. Ricordiamo però che il diritto all’aiuto al suicidio è stato affermato dalle sentenze 242 del 2019 e 135 del 2024, che hanno valore di legge”, aggiungono.
“La nostra legge regionale serve solo a garantire modalità e tempi certi alle persone che chiedono la verifica al servizio sanitario nazionale dei requisiti stabiliti dalla Consulta e per evitare attese di mesi o anni, come quelle imposte a Federico Carboni, Laura Santi, Martina Oppelli, Fabio Ridolfi, ‘Gloria‘”.
Intanto, “di fronte all’inerzia del Parlamento, è atteso un nuovo intervento della Corte costituzionale, il quinto in sette anni, sul tema del fine vita, sui casi di Elena e Romano, accompagnati in Svizzera con un’azione di disobbedienza civile per poter ricorrere al suicidio assistito”, ricordano dall’associazione.
Fonte Agenzia DIRE