La rabbia e la delusione dei famigliari dopo la lettura della sentenza
Alla fine le urla sono arrivate in cielo. E’ quanto ha provocato la lettura della sentenza nel Processo Rigopiano che ha visto, inaspettatamente, gli imputati quasi tutti assolti. A quel punto, la rabbia mista al dolore dei parenti delle 29 vittime: si è cristallizzata in un grido “Vergogna” che ha strappato il cuore di tutti i presenti. Per i giudici pescaresi, dei trenta imputati, le condanne sono state arrivate solo per il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, che ha preso due anni e otto mesi di reclusione per omicidio plurimo colposo e lesioni multiple colpose, così il responsabile del servizio di viabilità della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio che hanno rimediato tre anni e quattro mesi di reclusione per gli medesimi reati a cui si riconosce la responsabilità del mancato reperimento di un mezzo sostitutivo della turbina Unimog tg CK 236 NB fuori uso, nonché alla mancata chiusura al traffico veicolare del tratto stradale della provinciale 8 dal bivio Mirri e Rigopiano. Gli altri due condannati sono Bruno Di Tommaso, gestore dell’albergo e amministratore e legale responsabile della società “Gran Sasso Resort & SPA” e Giuseppe Gatto, redattore della relazione tecnica allegata alla richiesta della Gran Sasso spa di intervenire su tettoie e verande dell’hotel: entrambi sono stati condannati a 6 mesi di reclusione per falso.
Assolti tutti gli altri imputati a cominciare dall’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, e dall’ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco. Una sentenza, si diceva, cha ha suscitato indignazione e dolore tra i famigliari delle vittime presenti in aula. Lacrime, grida e amarezza al momento della lettura del verdetto che ha provocato una veemente e scomposta reazione da parte dei presenti in aula. che e tante urla di “vergogna” sono risuonate alla lettura del dispositivo da parte del giudice. Insomma una delusione grande così anche alla luce di quanto aveva detto la pubblica accusa: “Il caso Rigopiano è stato caratterizzato da gravi responsabilità e omissioni da parte di una classe dirigente impegnata a soddisfare appetiti imprenditoriali e attività clientelari, e protagonista di un malgoverno che ha posposto la sicurezza dei cittadini agli interessi economici” aveva dichiarato la pm Anna Benigni nella sua requisitoria in cui aveva chiesto 26 condanne, per un totale di 151 anni e mezzo di reclusione, e quattro assoluzioni. “Attenderemo le valutazioni della sentenza per valutare il ricorso all’Appello, Ciò che emerge chiaramente è che è stato cancellato il reato di disastro colposo”, così dopo la sentenza all’Ansa il capo della Procura pescarese Giuseppe Bellelli. Dal processo escono anche completamente le responsabilità della Prefettura e della Regione in capo ai soccorsi e ai presunti depistaggi.