Il mio mare di Gianni Lussoso è un po’ anche il nostro

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Altra bella fatica letteraria del noto giornalista e scittore pescarese

di Paolo De Carolis

Ormai aspetto, con la puntualità di un treno svizzero, il nuovo libro di Gianni Lussoso. La sua facondia letteraria è davvero stupefacente. Nemmeno il tempo di salutare il 2024 e lui, il Maestro come lo considerano molti giornalisti abruzzesi, ha già dato alle stampe due opere che, per un “ragazzo” prossimo all’84ma primavera, è un impegno se non sisifico, almeno significativo. A proposito Gianni, l’occasione del tuo compleanno il prossimo 26 marzo, è per augurarti uno spirito e una salute sempre così solidi per altri svariati decenni. Insomma, tornando a noi, due fatiche editoriali, in così breve tempo, di varia natura e tipologia, che danno, però, la misura certa della poliedricità dell’autore. Gianni Lussoso ha più pubblicazioni dei suoi anni di vita. Difficile enumerarle. E non si tratta solo di quantità, come dovrebbe essere spesso, ma di qualità che nei suoi scritti non manca mai. Stavolta l’attenzione va su: “Il mio mare”. Uno zibaldone di pensieri, ricordi, postulati, riflessioni di natura filosofica esistenziale e tanta memoria cittadina. Lussoso è l’archivio storico di quella Pescara mitologica, del “risorgimento” dopo la tragedia della seconda guerra mondiale. Aneddoti, personaggi, vicende che erano state seppelliti dalla polvere nera dell’oblio, con lui tornano a risplendere di una luce vivida. Che belle le avventure estive dei villeggianti in una città incipiente, che dolcezza le “storie” della varia umanità di Borgo Marino abitate da uomini e donne asciugati dal sole, consumati dalla fatica ma, illumininati da anime grandi e cervelli cogitanti! E riemergono così luoghi ed esistenze ingoiate dalla divinizzata Indifferenza dei nostri tempi che recide, ad ogni pie’ sospinto, anche le radici più profonde. “…A Borgo Marino le persone non si chiamavano per nome- dice Zio Nicola- ma avevano tutti un nomignolo. Molti di loro non ci sono più., e tra i tanti personaggi che hanno caratterizzato la marineria pescarese citiamo: ” Batte e ssorge”, “Zumpazumpe” ” Cotalonghe”, “Papilione”, “Coccialonghe…”. Tante storie co sono sul Norgo Marino vengono in mente l’anziana pescatrice detta “La Lupa di mare” che fu ritratta in scultura da Vicentino Michetti”. E poi le cantine, i forni, i primi meccanici “nautici” , le donne forti e coraggiose, more solito, pioniere di un calcio nascente. ” …la “Caribbalde” ( Francesca Maione) era una delle donne della marina che ha coltivato il senso della tradizione familiare. Ebbe la fortuna di conoscere Sabatino Di Properzio, imprenditore e a quei tempi presidente della squadra di calcio del Pescara. Divenne la prima tifosa femminile della squadra di calcio. Il glorioso Rampigna l’ha vista protagonista assoluta in quel ruolo. La sua presenza sugli spalti, prima dell’inizio della partita si notava subito perché era l’unica persona ad urlare l’incremento alla squadra e a lanciare lazzi e contumelie alla squadra avversaria. E poi versava il sale scaramanticamente dietro le porte…”.

Così Lussoso restituisce vita ed emozioni ad una città che il tempo ha seppellito nelle profondità delle tenebre e della dimenticanza. Un merito non da poco per Lussoso che a tutti gli effetti va considerato l’archeologo delle memorie patrie.

“Il mio mare” di Gianni Lussoso, Ape editore, Pescara 2024. Per saperne di più: info@giannilussoso.it.