di Davide Pitocco
Oggi inizia il trittico micidiale di tappe alpine che entro domenica potrebbero sconvolgere la classifica della Grande Boucle. Nel giorno dell’anniversario della presa della Bastiglia, 14 luglio, il gruppo affronterà una tappa breve di 140 chilometri circa, con 120 praticamente pianeggianti e gli ultimi 17 sul Grand Colombier con pendenza media al 7,1%.
Prima della tappa molti corridori sono impegnati sui rulli per quella fase che si chiama riscaldamento. Leonardo Piepoli, allenatore nello staff della Movistar intervistato a riguardo ha detto: Hanno un senso perché la tappa è corta e in questo Tour si parte sempre a mille. Importante però che si prendano delle precauzioni come quello di indossare i gilet raffreddanti perché senza, con le temperature che ci sono, si creerebbe un grande disequilibrio idrosalino.
Diverso è invece il parere di Ivan Basso: Io non li farei. Magari soffri un pochino di più nei primissimi chilometri, ma non è mica una cronoscalata. Capisco se arrivassimo da un giorno di riposo, ma non è questo il caso.
Oggi è il sesto passaggio della corsa sul Grand Colombier, la seconda come arrivo di tappa e la prima volta a primeggiare fu proprio un giovanissimo Pogacar.
Intervistati prima della partenza i due favoriti hanno detto: Credo che sia venuto il momento di cambiare il colore della maglia – sorride – è troppo tempo che la indosso.
Lo sloveno in modo molto schietto ha lasciato intendere che vuole andare all’attacco. Il danese invece: Sto bene e spero di continuare così.
Dopo la partenza c’è stata subito una fuga di 19 corridori, tutti passisti, nessun grande scalatore e tra di loro si è inserito anche Bettiol. Tutto il gruppo è a conoscenza che i due favoriti vogliono vincere la tappa ed allora nessuno specialista delle montagne ha pensato di partecipare alla fuga, vogliono regalare spettacolo per domani. Infatti la UAE immediatamente ha regolato il vantaggio dei fuggitivi sui due minuti, non concedendo oltre.
Oggi sicuramente il protagonista sarà il grande caldo che inciderà molto. La salita sarà presa ad alta velocità e le alte temperature potrebbero far saltare i programmi di molti corridori. Oggi sembra che il sole voglia far scagliare le suole delle scarpe sotto i piedi e le gomme stesse delle biciclette.
La salita del traguardo è stata presa d’assalto dai tifosi. Sono a migliaia. Dalla mattinata hanno iniziato ad assieparsi ai bordi della strada, per attendere il passaggio dei loro beniamini. Questa è la magia del ciclismo, non ci sono rivalità, ma soltanto grande passione per le due ruote. Il Grand Colombier è diventato uno stadio a cielo aperto di diciassette chilometri circa.
Intanto il vantaggio dei fuggitivi è arrivato a tre minuti e dietro la UAE si trovano i gialloneri di Vingegaard.
Quando mancano 20 chilometri i battistrada sono in venti con un vantaggio da gestire di 3’57’’.
All’inizio della salita Pacher scatta su quello che rimane del gruppo dei battistrada, provando ad andare in cerca di avventura e gloria. Bettiol è stato riassorbito dal gruppo maglia gialla.
La UAE continua a scandire in testa il ritmo. Pacher sta facendo molta fatica e i diretti inseguitori stanno quasi per rientrare. L’entusiasmo è talmente debordante che i corridori rischiano di inciampare nelle biciclette.
Pacher viene raggiunto e superato. Sempre più spesso si bagnano la testa. Il caldo è insostenibile e le due ali di folla al ciglio della strada contribuiscono a riscaldare l’ambiente. La UAE si sta dimostrando squadra solida costruita attorno al suo capitano. Anche la Jumbo con Vingegaard e Kuss rimane sempre lì. Il gruppo non sta andando a tutta, perché sono ancora in tanti i corridori che riescono a stare a ruota, evidentemente la maglia gialla sta dando precise indicazioni. Kwiatkowski è ora in testa e sale in solitaria. Inizialmente si era lasciato sfilare dal gruppo dei battistrada. Ha scelto di salire del suo passo nel momento degli scatti per poi andare a riacciuffarli tutti ed ora sta volando verso la gloria, quando mancano 11 chilometri. Adam Yates si è posizionato vicino a Pogacar, a proteggerne la ruota.
Controllando il minutaggio il gruppo ha recuperato qualcosa da Kwiatkowski ed ora si può dire che tutto è nei pedali del corridore polacco: ha 3 minuti di vantaggio da gestire in otto chilometri. Se dietro aprono il gas a tutta potrebbe essere recuperato, ma dal ritmo impresso dagli uomini di Pogacar non sembra essere questa la loro intenzione. Van Baarle abbandona il gruppo maglia gialla e quindi Vingegaard rimane con il solo Kuss. Anche Pinot si stacca, dopo le fatiche della tappa di ieri. Anche Bardet alza bandiera bianca ed i compagni cercano di riportarlo, ma senza molto successo in coda al gruppo dei migliori. Il vantaggio del polacco si sta assottigliando pericolosamente. Pacher viene raggiunto. Landa comincia a soffrire e perde colpi di pedale. Bisogna dire che dall’inizio del Tour non ha mai trovato la forma migliore. L’andatura del gruppo dei migliori è aumentata sensibilmente. Il vero regista di questo capolavoro tecnico è Maika. Il ritmo cresce sempre di più. Pogacar parla con i propri compagni. Evidentemente sta bene e vuole provare a vincere la corsa. Kuss è in giornata e parla con il suo capitano. Sembra che si attenda solo che venga alzato il sipario sull’ultimo atto di questa bella tappa e i protagonisti pare proprio che debbano essere il danese e lo sloveno e alla fine solo uno alzerà le braccia al cielo.
Kwiatkowski sta provando a gestire i watt, sapendo che dietro il ritmo è aumentato. Mancano quattro chilometri e il vantaggio è ancora sui 2’24’’. Per ora pare ancora sorridere alle telecamere che provano ad inquadrarlo. Comunque il polacco deve ancora affrontare il tratto più difficile, quello finale, laddove Pogacar ha staccato Roglic nel 2020.
Adesso Adam Yates imprime un ritmo indiavolato, ma il polacco si trova a 600 metri dalla vittoria.
Pocagar scatta e si getta in una lunghissima volata guadagnando 4’’. La sua è stata una vera rasoiata. Vingegaard ha provato a reagire. Il suo scatto è stato prodigioso, ma non è stato in grado di fare una grande differenza. Ha guadagnato anche l’abbuono come terzo. Il danese mantiene il simbolo del primato. Sta sgretolando lentamente il vantaggio della maglia gialla. E Kwiatkowski vince la tappa del Grand Colombier.