di Andrea Granata

Sembra che anche quest’estate sotto l’ombrellone non si parlerà di Stato di diritto.
Per la verità, per un attimo mi sono illuso, leggendo un articolo su Il dubbio di ieri che titolava “Salis: Non intendo fuggire, ma avere un giusto processo. L’immunità? Spero che il Parlamento stia con lo Stato di diritto”: per un istante ho sperato che proprio da chi meno te lo aspetti potesse arrivare una sorpresa clamorosa.
In realtà la Salis certe cose le ha dette per davvero, anzi, sembrerebbe esserci andata giù pesante. Infatti, la neo parlamentare europea non si sarebbe limitata a chiedere un processo secondo giustizia, nel rispetto dei diritti fondamentali, ma addirittura avrebbe evocato principi di civiltà giuridica ormai fuori moda come quello della proporzionalità tra la pena ed il reato.
Insomma, con una grande dose di ingenuità l’on.le Salis ha detto cose sconvolgenti, facendo strame di uno degli intoccabili dogmi del giustizialismo nostrano e progressista. Forse, questa storia che ci si difende nei processi e non dai processi non è proprio oro colato.
Ma, dicevo, della mia momentanea illusione, perché di questa Salis garantista raccontata da “Il Dubbio” non vi è traccia altrove.
Circolano video in cui la neo deputata preannuncia il suo impegno nel sociale per un’Europa più equa a favore dei detenuti: è addirittura possibile trovare versioni complottistiche dell’affaire Salis, secondo cui l’intera vicenda sarebbe stata utilizzata dai soliti noti per mettere in cattiva luce Orban “pacifista”, ma di processo e giusto processo, civiltà giuridica ecc., nulla.
Chissà che alla Salis qualcuno abbia già spiegato in queste ore che un posto in Parlamento o una serie di ospitate televisive e magari una rubrica su qualche giornale non le saranno negati fintanto che parlerà di occupazione di case o di antagonismi assortiti. Viceversa, occupandosi di giustizia, di garanzie e civiltà giuridica sarà destinata a far la fine di un tal Girolimoni.
Gino Girolimoni fu la vittima di un terribile errore giudiziario ai tempi del Fascismo: accusato di aver violentato ed ucciso cinque bambine, fu oggetto di una violentissima campagna di stampa, scagionato solo dopo anni di fronte all’inconsistenza delle accuse.
Dalla vicenda fu tratto un film interpretato da Nino Manfredi, che descrive la traiettoria mediatica del personaggio da mostro e titoli a nove colonne a persona non notiziabile vittima della giustizia.
Il film si conclude con una battuta con cui un personaggio che potrebbe essere lo stesso Mussolini detta la linea dell’informazione: “cessate di far essere Girolimoni un uomo notizia“.
Cara Salis, se non l’ha capito già, avranno modo di farglielo capire. Di Giustizia non se ne occupi, se non vuol tornare da dove è venuta.