Triste, squallida, grigia e pericolosa. L’Area di risulta, forse l’unico parcheggio al mondo dove hai la certezza di pagare due volte – la prima, quando entri, al Comune; la seconda, per trovare posto, al parcheggiatore abusivo – ha tutte le negatività possibili e un fantastico pregio: è un vuoto. Significa che è un’opportunità.
Più di un sindaco ha provato a trasformare questo vuoto in qualcosa utile più a soddisfare il proprio ego che alla città, quindi ad annullare l’opportunità. Ne abbiamo sentite tante, dal teatro al centro polifunzionale, dal grattacielo al parco urbano, dal parcheggio a silos a quello interrato. Sono andati via gli anni ’90, i primi decenni del Duemila e, di chiacchiera in chiacchiera, siamo giunti all’alba del 2023. La buona notizia è che nulla di quanto ipotizzato è stato concretizzato. Il vuoto è ancora lì. L’opportunità anche.
Ora, che entrambi debbano essere tranciati dalla costruzione della sede pescarese della Regione è una follia. Un atto d’imperio della nostro decadente sistema politico. Cui prodest? A chi giova? Ai cittadini no di certo. Al commercio cittadino? Farei una riflessione. La Regione è già presente a Pescara. E’ sparpagliata in vari edifici, ma c’è. Impiegati, funzionari, utenti e politici camminano tra noi da mezzo secolo. Cosa ci sarebbe di nuovo e di felicemente impattante sull’economia pescarese? Un sommesso vociare ci fa sapere dell’importante risparmio, negli anni, per le casse regionali. Mi pare strano che la classe politica abruzzese, non propriamente illuminata, abbia a cuore il risparmio. E allora? Direi di tenerci stretta ancora per un po’ la nostra triste, squallida e grigia Area di risulta. Rendiamola sicura e cominciamo a pensarla come punto nevralgico di Nuova Pescara e dell’intera area metropolitana.
Tiriamo su una progettualità ispirata al futuro, che inglobi anche gli altri vuoti urbani, tra cui il cementificio, l’area Di Properzio, l’ex Cofa, ma anche i fiumi Pescara e Saline le pinete, le spiagge e le zone verdi. Una progettualità condivisa con Spoltore e Montesilvano, che non sono pezzi astratti di Nuova Pescara: sono Nuova Pescara! Si chiama visione. E’ quella cosa che se non ce l’hai devi rivolgerti a chi ce l’ha, altrimenti ragionerai sempre con il parametro del metro cubo di cemento armato.
di Libero de Foscolo Ortis