Lettera aperta al vice sindaco del comune di Pescara, da girare all’intera maggioranza in Consiglio comunale.
“Carissimo Gianni Santilli, dove il carissimo non è un modo colloquiale per iniziare e non sta neppure per molto amato: è il claustrofobico superlativo atto a indicare un costo esorbitante. Ti scrivo questa lettera perché ho tre richieste, ampiamente condivise dalla maggioranza degli abitanti di Pescara e dintorni, da sottoporre alla tua cortese attenzione.
La prima riguarda i nuovi semafori, i famigerati T-Red, oramai T-Rex per tutti noi. Falli rimuovere subito perché sono una schifezza. Capisco che gli amministratori pubblici partoriscano idee per disimpegnarsi nell’esercizio delle loro funzioni. Ci sono, seguimi, le idee brillanti e quelle banali. Le idee vincenti e quelle perdenti. La vostra è, semplicemente, un’idea del cazzo. Solo così si può giudicare l’ingente investimento di denaro pubblico per l’acquisto di costosissime telecamere la cui finalità non è certo quella di aiutare i cittadini. I T-Rex ci puniranno, con sanzioni da centinaia di euro e penalizzazioni di tanti punti sulla patente, se per una semplice distrazione o se per una malaugurata botta di sfiga finiremo con uno pneumatico sulla striscia bianca quando al semaforo scatterà il rosso, con l’arancione lungo il battito di una palpebra. Mai un turbinìo di colori fu così nefasto. Tralascio il tentativo, che mi pare una gargantuesca perdita di tempo, di sensibilizzarti sulla pochezza degli stipendi di quei pochi che ce l’hanno, sui mostruosi costi energetici, sul futuro sempre più nebuloso, sull’inopportunità di mettere le mani nelle tasche della gente e sulla necessità, oramai per noi impellente, di avere un’amministrazione comunale solidale e non antagonista.
La seconda richiesta, e ti prego di estenderla senza tentennamenti a chiunque abbia avallato l’acquisto dei T-Rex e comunque all’intera maggioranza, è l’invito alla lettura di un testo in romanesco. È una canzone ironica e divertente portata al successo dal carissimo, in questo caso sì da intendere come molto amato, nonché immenso e inimitabile Alberto Sordi. Si intitola ‘Te c’hanno mai mannato?’.
La terza richiesta, in rigoroso ordine temporale, è un gentile ed energico invito: Santilli, ‘a te te danno la medaja d’oro e noi te ce mannamo tutti in coro‘. Vai e, mi raccomando, vacci in macchina. Ti auguriamo di avere la semplice distrazione di cui sopra. La botta di sfiga. Così con i soldi della multa darai, finalmente, un solido contributo alla città di Pescara.
Buona lettura e, soprattutto, buon viaggio”.
di Libero de Foscolo Ortis
Il testo completo della canzone (musiche e testi Mattone-Migliacci, 1981)
Me saro’ chiesto cento, mille volte
io che nun so ne’ re ne’ imperatore
che ho fatto pe’ trovamme ‘sta regina ner letto,
fra le braccia in fonno ar core
e datosi che sei cosi’ preziosa
stasera io te vojo di’ ‘na cosa…
Te c’hanno mai mannato a quer paese?
Sapessi quanta gente che ce sta’…
er Primo Cittadino è amico mio
tu dije che te c’ho mannato io…
E va… e va… va avanti tu che adesso c’ho da fa’
sarai la mia meta’ ma si nun parti
diventi n’artro po’ la mia tre quarti
E va… e va… nun poi sape’ er piacere che me fa’
magari quarche amico te consola
cosi’ tu fai la scarpa e lui te sola
io te ce manno sola
io te ce manno sola
sola senza de me.
Gia’ che ce so’ me levo st’artro peso co’ te,
che fai er capoccia e stai piu’ su
te sei allargato troppo.
senti…’a coso… mica t’offenni se te do’ der tu?
Te c’hanno mai mannato a quer paese?
Sapessi quanta gente che ce sta’
a te te danno la medaja d’oro
e noi te ce mannamo tutti in coro.
E va… e va…
chi va co’ la corente è ‘n’baccala’
io so’ salmone e nun me mporta gnente
a me me piace anna’ contro corente…
E va… e va…
che piu’ sei grosso e piu’ ce devi anna’
e t’aritroverai ner posto giusto
e prima o poi vedrai ce provi gusto…
Solo scherzando, sto solo cantando,
Sto solo a scherzà,
Pardon, pardon, pardon.
‘n mpar de…
Ma quanno la matina sto allo specchio
c’e’ un fatto che me butta giu’ er morale
io m’aritrovo sempre ar gabbinetto
e ma ricanto addosso ‘sto finale…
Te c’hanno mai mannato a quer paese?
Sapessi quanta gente che ce sta’…
cosi’ che m’encoraggio e me consolo
cor fatto de mannammece da solo…
E va… e va…
che si ce devi anna’, ce devi anna’…
tanto si t’annisconni dietro a ‘n’vetro
‘na mano c’hai davanti e n’artra dietro
e va… e va… è inutile che stamo a litiga’,
tenemose abbracciati stretti stretti,
che tanto prima o poi c’annamo tutti,
a quer paese tutti,
a quer paese tutti,
a quer paese tutti,
(voce): aho’, ma tu che fai? Nun venghi?
Chi e’, aho’…
e come, nun vengo?
Pe’ forza.