La Regione Abruzzo a trazione centrodestra, come la precedente versione a guida centrosinistra, insiste nel presentare al ministero della Salute un piano di riorganizzazione della rete ospedaliera che ha un unico criterio: la concertazione politica, cioè la spartizione. Il Piano appena partorito con la speranza, sospettiamo, che il governo Meloni lo faccia passare perché alla guida dell’Abruzzo c’è Marsilio, quindi un componente del suo partito, Fratelli d’Italia, è già stato bocciato più volte negli anni. La riorganizzazione, avallata dall’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì (Lega), non prevede un Dea di secondo livello, che spetta, numeri alla mano, all’ospedale Spirito Santo di Pescara. Quindi, ancora una volta, sul tema della salute pubblica, la Regione Abruzzo penalizza Pescara e i pescaresi per mantenere gli equilibri con Chieti, L’Aquila e Teramo, i cui numeri sono bassissimi. Tre associazioni da tempo impegnate su questo campo e su altri hanno emesso un comunicato stampa congiunto, che riportiamo di seguito integralmente. Le associazioni sono la Consulta clinica per il Dea di 2° livello, il Coordinamento delle associazioni dell’utenza e Nuova Pescara.
Il comunicato: “La Regione Abruzzo ha inviato, per l’ennesima volta, al Ministero Salute un documento programmatorio di rete ospedaliera regionale, denominato “Reingegnerizzazione della governance sanitaria–Rete Ospedaliera”, datato 27 ottobre 2022. Sarebbe in corso un’interlocuzione affinché venga preliminarmente approvato e successivamente validato dal Tavolo Interministeriale Salute–Mef (Ministero Economia e finanza). L’invio al Ministero è, infatti, obbligatorio per le “regioni in piano di rientro” e il relativo Tavolo deve VALIDARE i documenti programmatori.
Assurdamente, si tratta della sostanziale riproposizione (non hanno neanche aggiornato il dato della popolazione regionale e per provincia) della Classificazione degli Ospedali abruzzesi contenuta nel documento deliberato lo scorso anno, il 20 luglio 2021 (n. 462) e già bocciata dal Tavolo Interministeriale del 13 dicembre 2021 e, soprattutto, dallo specifico Tavolo DM 70 del 22 febbraio 2022. Quest’ultimo ha ingiunto alla Regione Abruzzo, come da relativo Verbale, di individuare almeno un DEA di secondo livello (DEA significa Dipartimento Emergenza Accettazione Secondo livello e fa riferimento alla classificazione di legge degli Ospedali in 3 livelli a crescente complessità : 1) Ospedale di Base; 2) Ospedale di Primo Livello; 3) Ospedale di Secondo Livello.
La protervia di politici e tecnici della Giunta in carica e della precedente nell’insistere ad inviare al Ministero documenti di Rete Ospedaliera che vengono regolarmente bocciati (otto volte in circa 5 anni perché non conformi alla normativa in merito) è davvero incredibile e continua a fare dell’Abruzzo l’unica regione che non ha un Ospedale di 2° Livello e quindi un DEA di secondo livello. E di noi abruzzesi gli unici cittadini cui è negato questo servizio salvavita.
Si insiste a non capire che le discipline ad alta complessità devono essere concentrate nello stesso Ospedale per dare al malato critico multiorgano e/o politraumatizzato il massimo delle possibilità di essere salvato dalla moderna medicina ospedaliera. E si insiste – da parte di politici e tecnici regionali – a non voler recepire il moderno criterio di base della gerarchia di complessità delle strutture ospedaliere, peraltro sancito dalla normativa oltre che dalla logica comune. Abbiamo, in fin dei conti, notato che la Regione Abruzzo equivoca e confonde i concetti di HUB e di DEA di secondo Livello.
E’ difficile che il recente cambio del ministro della Salute possa improvvisamente far cambiare quanto deciso già per otto volte da dirigenti, tecnici e uffici ministeriali di vario rango dei due ministeri competenti sopra citati”.
Antonio Ciofani, portavoce Consulta Clinica per il DEA di 2° Livello – Pescara
Fiorella Cesaroni, Coordinamento delle Associazioni dell’Utenza – Pescara
Marco Camplone, presidente Associazione Nuova Pescara
