I consigli comunali hanno deciso il rinvio dal 1° gennaio 2023 al 1° gennaio 2024
Tilt, game over. Anche il Consiglio comunale di Spoltore ha votato, superando la maggioranza dei terzi, per il rinvio della Fusione al primo gennaio 2024. Quindi, seguendo la scia di Spoltore e Montesilvano, che si erano espresse senza chiedere una coda di tempo supplementare, anche gli spoltoresi hanno scelto di cuccarsi un altro anno di tempo, previsto dalla Legge regionale, per definire i passaggi burocratici e pratici necessari (ma siamo proprio sicuri che siano necessari?) per la nascita di Nuova Pescara.
Ma perché Spoltore non ha rispettato la scadenza canonica per chiedere il rinvio e ha voluto il supplemento di 10 giorni, esponendosi all’ennesima brutta figura? Da diverse settimane girava la voce che a Spoltore fossero convinti che chiedere in rinvio di un anno sarebbero stato un errore perché la Regione avrebbe fatto un emendamento o un progetto di legge per rinviare al 2027 la nascita della nuova città, atto propedeutico a inficiare referendum e Legge.
In realtà, ora come ora (tra un anno, chissà…) nessuno in Regione vuole recitare il ruolo di boia della Nuova Pescara perché la maggioranza è spaccata e si regge in piedi solo perché l’opposizione è fiacca e gran parte della stampa è letteralmente cloroformizzata. Inoltre, si inizia ad avvertire il peso delle inchieste giudiziarie per coinvolgono il presidente del consiglio Sospiri. In caso di rinvio a giudizio, si scatenerà la bagarre.
Insomma, a Spoltore hanno letto male la situazione e ora si trovano nella posizione di chi deve lavorare per recuperare quanto non fatto. Considerato che non hanno fatto niente, in un anno dovrebbero essere artefici di un autentico miracolo. Oppure dovrebbero sfruttare al meglio i 5 milioni di euro messi a disposizione dalla Stato per il 2023. Ne saranno capaci? Dubitiamo.