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      HomeRassegna(ta) stampaIn Abruzzo non dire cella se non l’hai nel pacco

      In Abruzzo non dire cella se non l’hai nel pacco

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      Il titolo del Corriere della Sera solletica la fantasia aprutina

      Ieri, il giornale per antonomasia in Italia, il mitico Corriere della Sera, a proposito della liberazione di Alessia Piperno, la giovane travel blogger che più di un mese fa era stata arrestata a Teheran, ha titolato: “Alessia: l’Iran, la cella, è stata dura“. A prima vista l’abruzzese medio non è rimasto indifferente, nonostante una virgola in particolare abbia evitato il peggio. Il senso in lui, però, è rimasto. E il dubbio è sorto spontaneo: ma, il titolista del “corrierone” poteva pensare che il giornale si vende pure in Abruzzo e che in Abruzzo è marcatamente polisemantico? Capiamoci, usciamo fuor di metafora, quando nella regione “aprutina” si usa il termine cella non si pensa mai alla piccola stanza con l’indispensabile per dormire e lavarsi, destinata a monaci o carcerati come da vocabolario ma, omnia munda mundis, all’organo genitale maschile. Sì, questa eccezione è la più diffusa. Facile anche da spiegare con l’etimo da uccello che, per diffusa consuetudine popolaresca abruzzese di usare il neutro, più comprensivo, evolve in: uccello-cello-cella. Così leggendo e rileggendo in prima la notizia ha telefonato in redazione un amico chiedendo lumi linguistici, semantici sulla vicenda che ci hanno fatto un po’ uscire di strada. A cominciare da Giacomo che ci ha costretto ad una botta e risposta: “Sì, ma ha messo la virgola … Quindi tecnicamente la cosa dura non è riferita alla parola prima…“. “Ma parliamo di abruzzesi…”, “...giusto! Le virgole non contano… gli abruzzesi sono abituati solo ai puntini sulle i…“, “…esatto e gli ortonesi, in ispecie, al sistema metrico decimale… ( dove il riferimento al Rocco internazionale è puramente casuale)“. Poco dopo è intervenuto anche Massimo rincarando la dose: “Giornate intere a pene ed acqua” a cui ha fatto eco Bruno, non senza farci arrossire: “I genitori: “Nostra figlia ha patito pene che ha dovuto sopportare in silenzio. Ha avuto culo e si è salvata” seguito dall’intramontabile ottimismo di Tullio: “Almeno in Iran è dura“. A questo punto, abbiamo fatto una veloce riunione di redazione, scritto queste due righe e bloccati altri commenti, visto che, da un momento all’altro, la cosa poteva avere dimensione maggiori…

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