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      Vigili urbani a Pescara: un concorso, tre ricorsi e troppi dubbi

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      La vicenda del concorso per Vigili urbani del Comune di Pescara, bloccato più volte a causa dei ricorsi dei candidati, apre un fronte di discussione sul metodo e sul merito. E c’è il rischio di un’ulteriore stangata, la terza, da parte dei giudici. Ernesto Grippo, ex comandante dei vigili urbani di Cesena, Pescara, Vasto e L’Aquila, racconta il tutto in questo intervento.

      Polemiche e ricorsi per un concorso per un posto (poi diventati 22) nei Vigili urbani di Pescara

      La storia infinita di un concorso per agente nato male, gestito malissimo e che non si è voluto assolutamente annullare. Perché? E’ questo l’inquietante interrogativo in merito alla selezione per un agente di Polizia locale a Pescara. Il concorso è indetto dalla giunta Alessandrini nel 2018, ma si è svolto nel 2019 con la giunta Masci, che ne prevede l’ampliamento sino a 30 unità. Un mega concorso che nasce come un mini concorso. Con la conseguenza che si limita la platea dei candidati. Errore gravissimo se si punta a selezionare il meglio sul mercato. Un mega concorso discutibile sul versante della procedura selettiva adottata. Non si prevedono prove psicoattitudinali, prove pratiche e limiti di età. Trenta agenti assunti a tempo indeterminato, anche a 58 anni, senza precedenti esperienze, senza accertarne attitudine, equilibrio psicofisico e abilità. Una prova preselettiva con le crocette, prove scritte e orali. Se le Polizie locali si affidano a queste selezioni non si meraviglino, poi, i loro dirigenti o la classe politica, se quelle divise non hanno, agli occhi dei cittadini, pari dignità con le altre forze di Polizia e se ne viene disconosciuto, a torto, il ruolo prezioso che dovrebbero svolgere.

      Dunque, dopo la prova scritta, nove candidati si rivolgono al giudice amministrativo perché sarebbe stato violato l’anonimato nella correzione delle prove. Il motivo: oltre al codice a barre che ne garantisce l’anonimato, su ogni elaborato il candidato ha dovuto scrivere un numero a 4 cifre. Il Tar Pescara nel 2020 “sospende l’efficacia della prova scritta e di tutte le fasi concorsuali e dispone l’obbligo dell’Amministrazione di ripetere la prova, con una commissione in diversa composizione da estrarre a sorte”.

      Nelle motivazioni, i giudici sono puntuali: “Il codice a 4 cifre è facilmente memorizzabile da ciascun commissario o candidato” e ancora “ in tal modo è come se fosse stato scritto il nome e cognome del candidato” e come se non bastasse osservano che “tale pericolo astratto appare ancor più caratterizzato essendo presenti alcuni candidati interni e, quindi, non remota la possibilità di conoscenza diretta da parte dei membri della commissione”.

      La Commissione era composta dal Comandante Maggitti (presidente) e dai componenti esperti Emanuela Grimaldi, dirigente Regione Abruzzo e Paolo D’Incecco, dirigente Settore Demanio Espropriazione e Verde, poi sostituito da Vero Michitelli, dirigente Asl Pescara. Certo, come componenti esperti si potevano scegliere altri profili.
      Il Tar Pescara a gennaio 2021 accoglie il ricorso e annulla il concorso.
      Sette candidati impugnano la sentenza al Consiglio di Stato chiedendone la sospensione, perché da agosto 2020 ben 44 dei 45 candidati utilmente collocati in graduatoria erano stati chiamati in servizio e una trentina circa erano in quel momento in servizio. Il Comune sostiene la validità della prove in tutte le sedi giudiziarie e non.
      Nel frattempo, l’amministrazione bandisce una selezione per soli titoli per formare una graduatoria per assunzioni di agenti a tempo determinato. Il bando prevede l’attribuzione di punti 120 per titoli di servizio.
      Nella graduatoria, entrano 18 candidati che erano stati dichiarati idonei nel concorso annullato dal Tar Abruzzo e che in questa graduatoria fruiscono di 15 punti di servizio, grazie al servizio prestato, dal primo agosto 2020, al Comune di Pescara proprio grazie all’assunzione ottenuta sulla base della procedura invalidata dai giudici del Tar.
      Ad aprile 2022 il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar Pescara e annulla definitivamente la selezione.
      A maggio, il Comune riavvia la procedura selettiva. Alle prove ovviamente partecipano solo i candidati che avevano fatto domanda all’epoca per quell’unico posto. E sarebbe stato bene che rimanesse un solo posto, vista l’inconsistenza della procedura selettiva e considerato che altri concorsi sono stati banditi nel frattempo dal Comune sempre per agenti.

      Si rinomina la Commissione e anche questa volta, così come per tutte le selezioni indette dal Comune di Pescara per agenti e ufficiali della polizia locale, il Comandante Palestini non la presiede e non è un componente esperto. Il presidente è Fabio Zuccarini, dirigente al Personale, componente esperto il Comandante di Avezzano Luca Montanari, che nei giorni scorsi ha indetto il concorso per agenti a Celano dove per parteciparvi bisogna essere residenti nei comuni della Marsica da almeno tre mesi.

      La formula del nuovo concorso: tre domande a risposte aperte. I candidati presenti sono solo 42 per 30 posti. Nei giorni scorsi, a Brescia, per 15 posti da agente, 621 domande; a Venezia, per 35 posti di agente con contratto di formazione lavoro, 563 domande. Mai visto un concorso a tempo indeterminato per agenti, con questa fame di lavoro, con così pochi candidati. Sono 23 gli ammessi all’orale e 22 gli idonei.

      Mentre in Comune si brinda alla fine di un incubo per il concorso che hanno voluto fare a tutti i costi, arriva la tegola imprevista. Quattro candidati, non ammessi all’orale, si rivolgono al Tar per contestare la correzione della prova scritta “senza garanzia di tutela per l’anonimato”. La stessa motivazione che aveva causato il precedente annullamento. I giudici amministrativi avrebbero disposto la sospensiva del concorso con l’udienza di merito per il prossimo 16 dicembre. Dal Comune il commento sarebbe stato (fonte Il Messaggero del 21 novembre 2022) “la contestazione riguarda la correzione delle prove scritte e crediamo di aver agito nel rispetto delle regole”.

      Toni non perentori ma rassicuranti. Ce lo auguriamo anche noi. Se così non fosse sarebbe da essere inorriditi, esterrefatti, e indignati. Se invece tutto è stato fatto nel rispetto del regole, c’è da stare solo preoccupati per una selezione che a tutti i costi si è dovuta svolgere per assumere non un agente, così come previsto, ma 30 agenti, che poi sarebbero solo 22. Scelti senza limiti di età, senza accertamenti di idoneità fisica senza prove che ne abbiano accertato l’idoneità psichica e l’attitudine.

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