Nella nuova numerazione dei canali tv, Pescara è scomparsa e l’Abruzzo si difende nelle altre province
Una mattina, mi sono svegliato e mi son ritrovato molisano. A vedere quello che è accaduto all’emittenza televisiva abruzzese la parodia del brano dedicato alla Resistenza italiana sembra calzare proprio a pennello. Infatti, i cugini al di là del Trigno (Cis-trignini? si potrà dire?), cioè gli abruzzesi, dopo una lunga, ricca ed opulenta stagione di vacche grasse, che gli editori tv hanno vissuto da mattatori, all’improvviso si sono ritrovati nelle miserevoli condizioni di telespettatori indifferenti. La ragione è presto spiegata: dai mesi scorsi le operazioni di risistemazione del digitale terrestre si sono succedute senza sosta, dando vita così alla nuova numerazione LCN nazionale dei canali TV. In tutto 999 destinati tra emittenti televisive e postazioni test. Un processo che ci sta portando al definitivo DVB-T2 – HEVC Main 10 del prossimo gennaio 2023. Ma, prima di ogni cosa, cerchiamo di fare un po’ di ordine. La numerazione automatica dei canali (LCN – logical channel numbering) diffusi sulla televisione digitale terrestre è soggetta ad una specifica disciplina. In particolare, la normativa prevede l’adozione, da parte dell’Autorità, di un apposito piano e delle modalità per l’attribuzione delle numerazioni, sulla base di precisi principi e criteri direttivi. L’assegnazione delle numerazioni è effettuata dal Ministero dello sviluppo economico, che stabilisce le condizioni di utilizzo del numero assegnato, nell’ambito dei titoli abilitativi rilasciati per l’esercizio della radiodiffusione televisiva in tecnica digitale terrestre. Il piano LCN per il nuovo sistema radiotelevisivo, nazionale e locale, è destinato ad operare con l’entrata in esercizio delle nuove reti in tecnologia DVB-T2, già a regime dal 1° luglio scorso. Bene, fuori dalla fredda burocrazia, l’abruzzese medio, telecomando alla mano, da un giorno all’altro si è ritrovato questa numerazione: 1 Rai 1 HD; 2 Rai 2 HD; 3 Rai 3 TGR Regione; 4 Rete4 HD; 5 Canale5 HD; 6 Italia1 HD; 7 LA7 HD; 8 TV8 HD; 9 NOVE HD; 10 Rete8; 11 TeleMolise; 12 Laqtv; 13 Tv6; 14 Telemax; 15 Info Media News; 16 Super J; 17 TeleRegione; 18 Telemolise 2; 19 Canale Italia; 20Mediaset HD. E, nello specifico, le emittenti collocate dal 10 al 20 sono ben 4 molisane e 5 abruzzesi, di cui, attenendoci saldamente alle loro sedi legali e logistiche, 2 aquilane, (Laqtv, Info Media News), 2 chietine (Rete8 e Telemax) ed una teramana (Super J). Discorso a parte merita TV6 che ha sede a Silvi ma la proprietà è molisana. Insomma, quel che salta all’occhio ad una prima lettura è che a Pescara l’emittenza televisiva e con essa la “categoria” degli editori sono del tutto sparite dalla scena. Certo, su questo un peso decisivo l’avrà avuto anche l’avvento massiccio dei social nell’ultimo decennio. Un fenomeno, comunque, globale, non certo locale e che non spiega del tutto la regressione pescarese. Ma, tant’è, questo passa il convento e allora, quando le grandi reti nazionali non offrono granché e sei costretto a dare un senso allo zapping, ecco che salti in un amen dalla festa di San Pardo a Larino, alla ‘Ndocciata di Agnone, dalla festa del 3 maggio a Ururi per la Carrese, la caratteristica corsa basso molisana con carri trainati da buoi che percorrono un tragitto di circa 3 km, al Festival Internazionale della Zampogna di Scapoli, dal Diavolo di Tufara alla Pezzata di Capracotta. Così s’insinua un atroce dubbio: vuoi vedere che l’Abruzzo non esiste? Lo dice anche la tv!