Raddoppio tratta ferrovia Pescara-Roma

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Pubblicazione analisi costi-benefici del Comitato ComFerr. I numeri dicono che non conviene farla.

La montagna partorirà un topolino, con grande sperpero di denaro pubblico!  Questo, in sintesi, è emerso dalle controanalisi costi-benefici all’ordine del giorno di ieri pomeriggio, nella sala “Figlia di Iorio” della Provincia di Pescara, dove il Comitato ComFerr ha reso noti i dati di uno studio inerente la velocizzazione della tratta ferroviaria Roma-Pescara. Commissionato in maniera indipendente alla “Bridges Reasearch”, per volontà dei cittadini interessati, che si sono stoicamente autotassati per l’occasione, al fine di analizzare meglio e valutare attentamente i costi-benefici di RFI (Rete Ferrovie Italiane).  Si tratta di allegati al Progetto di Fattibilità Tecnico-Economico di questa grande opera pubblica in procinto di essere attuata che, da circa un anno, sta facendo palpitare la maggior parte della popolazione della Valpescara seriamente preoccupata per i tanti risvolti negativi che ne potrebbero conseguire. Il comitato interprovinciale Chieti-Pescara, costituito dal gennaio scorso per perorare i diritti di circa duemila cittadini contrari alla realizzazione delle opere previste dai finanziamenti del P.N.R.R., ha ravvisato l’esigenza di convocare la conferenza stampa a seguito delle recenti dichiarazioni pubbliche che alte cariche istituzionali, come quelle del ministro Matteo Salvini e dei deputati Guerino Testa e Luciano D’Alfonso, hanno dedicato all’argomento senza aggiungere ulteriori elementi di chiarificazione. Ad illustrare i documenti oggetti dell’audit richiesto alla Bridges Research il direttore esecutivo Prof. Francesco Ramella, docente dell’Università di Torino, introdotto dal moderatore Hermo D’Astolfo (portavoce e fondatore di Comferr) e preceduto dagli interventi di Antonio Bianchi e Gianni Di Labio, rispettivamente presidente e coordinatore di Comferr. Un coro di critiche, a cominciare da quelle piovute dal discorso del presidente del comitato Bianchi: “Su un progetto partito male, già per il solo fatto di essere stato attuato da remoto senza tener conto delle esigenze del territorio, con gravi carenze valutative come quelle di aver omesso almeno tre tratte nel computo totale costi benefici del Global Project (Scafa-Pratola, Sulmona-Avezzano e Tagliacozzo-Lunghezza)”. Ha rincarato la dose il suo coordinatore Di Labio: Lo sforzo dei cittadini non va vanificato, anche   per il contributo economico apportato alla causa che, invece, doveva essere a carico delle Amministrazioni Comunali. Gli enti locali interessati hanno difettato, non poco, anche alla luce di quanto è emerso da questo studio che farà capire l’inutilità del progetto da concretizzare con denaro pubblico, preso in prestito dall’Europa, e che sarà restituito dai nostri nipoti”. C’è stato poi spazio anche per togliersi qualche sassolino con la giornalista Carmen Lasorella per una sua citazione televisiva denigratoria verso il popolo abruzzese definito un “problema culturale” (“Mi manda Rai3” puntata del 06/02/2022, n.d.r.).  E’ intervenuto, allora, Francesco Ramella, docente di “Trasporti” dell’Ateneo piemontese che ha sviscerato i dati tanto attesi quanto deludenti per il loro risultato in termini di convenienza. “Un’enorme somma di denaro pubblico investita, 2 miliardi e 353 milioni di euro che corrispondono a 1.700 euro per residente in Abruzzo, per un’opera che comporterebbe un guadagno in termini di velocità molto minima, beneficio che si paleserà dal 2030 in poi quando forse il treno comincerà ad essere un mezzo di trasporto obsoleto. E ancora”, ha chiosato Ramella,”il traffico molto esiguo sulle autostrade A/24 e A/25 che non spinge certo per un’alternativa di trasporto, e che su 240 km di linea ferroviaria circa 200 km risultano utilizzati per meno della metà” .

Le valutazioni di RFI” conclude il docente dell’università di Torino, “ sono incongruenti nella metodologia adottata e nella quantificazione dei benefici che portano a una erronea valutazione positiva del progetto, che sarebbe pertanto opportuno riformularla previa valutazione delle opportunità di potenziamento dei servizi a infrastruttura invariata ed analizzando separatamente costi e benefici attesi per i diversi segmenti del collegamento”.