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      Polaris, escursionismo esperienziale

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      Domenica 13 aprile dalle ore 9 prenderà il via da Castel Trosino (punto d’incontro il parcheggio del borgo piceno) l’escursione “Terra di confine. Alla scoperta della frontiera più duratura d’Europa” targata Polaris.

      È un’altra uscita a pieno contatto con la natura che Polaris organizza in questo 2025 con l’intento di riconnettere le persone con l’ambiente incontaminato della montagna abruzzese ai confini con le Marche.

      Di tutela ambientale si parla da sempre e se ne parlerà sempre ma alla fine l’importante è l’operatività sul campo, in quei spazi e luoghi dove si respira aria pura e incontaminata. Spazi e luoghi spesso ignoti, spesso abbondonati per la città.

      Operatività che le Guide Ambientali Escursionistiche cercano attuare costantemente, e Domenico, Mauro e Francesca di Polaris sono proprio questo: guide che operano nel loro territorio e, precisamente, sui Monti della Laga versante teramano.

      Abbiamo incontrato Domenico dal quale ci siamo fatti raccontare di questa nuova realtà.

      Cos’è Polaris e perché questo nome?

      “Polaris è nata dal desiderio di offrire esperienze autentiche in natura, che vadano oltre la semplice camminata. Volevamo creare qualcosa che fosse punto di riferimento per chi cerca un contatto vero con l’ambiente, la cultura locale e con sé stesso. Il nome Polaris – la Stella Polare – rappresenta l’orientamento, il riferimento per chi è in cammino, anche interiore. Vogliamo essere una guida che accompagna, ma lascia spazio alla scoperta personale”.

      Qual è la vostra mission?

      “La nostra missione è semplice e profonda: connettere le persone alla natura e al significato autentico del camminare e dello scoprire. Crediamo nel potere trasformativo dell’escursionismo esperienziale, nel valore delle comunità locali e nel rispetto autentico per l’ambiente. Vogliamo contribuire a un turismo consapevole, lento, che lascia tracce nell’anima e non ferite sul territorio. Dal riconoscimento delle erbe spontanee all’intreccio dei cesti, dall’incontro con un pastore e la produzione del formaggio, alla lavorazione della pietra con lo scalpellino o all’osservazione del cielo stellato: offriamo esperienze autentiche e dirette, che nutrono mente, corpo e cuore. Esperienze da vivere insieme, che permettono di condividere attitudini, conoscenze, storie. Di portarsi a casa un sapere concreto, che resta e arricchisce”.

      Perché la scelta di caratterizzare le vostre escursioni sulle esperienze pratiche?

      “Perché crediamo che la vera conoscenza passi attraverso l’esperienza diretta. Toccare, annusare, osservare, ascoltare, sono tutti modi per vivere pienamente un luogo. Le escursioni pratiche stimolano la curiosità, creano connessioni emotive e lasciano ricordi più duraturi. È così che una camminata diventa un’esperienza che arricchisce”.

      Siete Guide Ambientali Escursionistiche, quanto è semplice o complicato far conoscere un ambiente montano a chi viene dalla città?

      “Può sembrare complicato, ma in realtà la montagna ha un linguaggio universale: quello della meraviglia. Chi viene dalla città spesso ha solo bisogno di tempo per rallentare e lasciarsi andare. Il nostro compito è facilitare questo incontro, interpretare i segnali della natura e trasmettere la bellezza nascosta dietro ogni sentiero, ogni suono, ogni silenzio”.

      Dal Covid la ricerca del contatto con la Natura è cambiata, è più attenzione o curiosità?

      “Entrambe. Il periodo del Covid ha risvegliato un bisogno latente: quello di ritrovare spazi aperti, silenzi veri, tempo per sé. Ora vediamo una maggiore attenzione alla qualità delle esperienze e una curiosità crescente verso percorsi meno battuti, attività più consapevoli. È un’opportunità preziosa per educare al rispetto e alla lentezza”.

      Educare ed educarsi all’ambiente, secondo te cosa significa?

      “Significa imparare a guardare con occhi diversi. Educare all’ambiente vuol dire riconoscere che facciamo parte di un sistema complesso e interdipendente, che ogni nostro gesto ha un impatto. Educarsi è un processo continuo: ogni uscita, ogni incontro con un animale, un fiore, un contadino, ci insegna qualcosa. È un dialogo aperto tra noi e il mondo naturale”.

      Una giornata sui Monti della Laga: quale percorso consiglieresti a chi visita le tue zone per la prima volta?

      “Sui Monti della Laga e aree limitrofe è davvero difficile scegliere un solo percorso: ce ne sono tanti che meriterebbero di essere vissuti, ognuno con il suo carattere, le sue stagioni, i suoi silenzi. Dai boschi ombrosi alle praterie d’alta quota, dalle cascate nascoste ai panorami che abbracciano l’Appennino, ogni sentiero racconta una storia diversa. Però se dovessi dare un consiglio a chi viene per la prima volta, suggerirei di lasciarsi guidare dalla curiosità e, magari, da chi questi luoghi li vive ogni giorno. Ci sono itinerari più noti e altri completamente fuori dalle rotte classiche, ma tutti, in modi diversi, sanno sorprendere”.

      Vivi giornalmente il tuo territorio, Valle Castellana e dintorni, hai un itinerario che fai di frequente, il tuo preferito?

      “Amo particolarmente la Montagna dei Fiori. Ogni volta che percorro quei sentieri per arrivare in vetta è come se fosse sempre la prima volta. Cambiano i colori, i profumi, le luci ma l’emozione resta intatta. È un luogo che riesce sempre a sorprendermi, un balcone naturale affacciato sul mare e sulle colline, dove lo sguardo può perdersi e ritrovarsi allo stesso tempo. È lì che mi sento davvero a casa”.

      Escursioni esperienziali per grandi e piccoli: quali altre iniziative ha in programma Polaris?

      “Stiamo lavorando a nuove attività pensate per coinvolgere famiglie, bambini e adulti. Tra queste ci sono laboratori di educazione ambientale, passeggiate narrative per i più piccoli, esperienze sensoriali che stimolano l’ascolto e l’osservazione della natura. Per gli adulti, stiamo progettando escursioni esperienziali, incontri con artigiani locali e trekking tematici legati alla memoria dei luoghi. L’obiettivo è sempre lo stesso: far vivere la natura in modo autentico e partecipato, condividere la bellezza dei luoghi meno conosciuti e più veri, quelli che spesso sfuggono al turismo ma custodiscono l’anima del territorio”.

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