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      Le Orme profonde di Tony Pagliuca

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      Il tastierista pescarese affida ad un’autobiografia ben scritta la sua pluridecennale esperienza di musicista innovatore.

      Un’autobiografia che si legge come un romanzo, un libro poetico e comico, appassionante e lirico. È la storia di Tony Pagliuca, un ragazzo che con la sua sensibilità e la sua creatività bizzarra si fa strada tra le asprezze della vita e i primi amori. La prima fisarmonica segna la sua strada. Le orme di Tony fa rivivere un’epoca straordinaria, quando il fermento elettrizzante della musica internazionale si insinua in un’Italia sonnolenta che fatica a sprovincializzarsi. Tra centinaia di complessini, Tony diventerà protagonista di uno dei gruppi rock più amati di sempre. E seguiamo Le Orme, ai loro inizi, nel viaggio in furgone
      con scorte di spaghetti fino all’Isola di Wight per vedere i grandi del rock mondiale. È così che esplode in Italia il progressive di Collage.
      Di seguito alcuni stralci:
      E così mi trovai per la prima volta davanti all’organo e a un teatro stracolmo; tra confusione e meraviglia feci appena in tempo a lanciare un’occhiata sui tasti belli e lucenti, quando il batterista era già al… three, four… e mi buttai”. Ancora insieme
      E poi:
      Comando vigili urbani Piazzale Roma, Venezia «Furgone promiscuo bianco in zona bagagli. Passo».
      «Xe queo co la scrita Orme? Passo». «Sì, xe el scaveon sull’alegro. Passo».
      «Oro, ghe penso mi. Passo e chiudo». Traducendo dal dialetto veneziano il dialogo fra gli agenti di Polizia urbana: È quello con la scritta Orme? Sì, è il capellone sull’allegro.
      Ok, ci penso io. Al suono acuto del fischietto dell’uomo in divisa, rallento e par cheggio.
      «Buongiorno, favorisca patente e libretto» chiede il vigile, ora in perfetto italiano, con molto brio. «Ueh! Capitano, oggi sono così felice che, se lo vuoi, ti mostro e ti suono anche il triangolo; guarda però che non porto con me nessun disco perché dove stiamo andando, 45 giri o LP che siano, lì proprio non servono». «Non vedo tutta la vostra attrezzatura, dove siete diretti con questo furgone?».
      «Prego? Questa Furgona, vorrai dire: si chiama così, ci porterà all’isola di Wight, in
      Inghilterra, È un viaggio un po’ fuori, ma ne vale la pena perché c’è un mega festival, una settimana intera di concerti di musica rock!».
      «Urca, che meraviglia, c’è un posto anche per me?».
      «Sì, sì, dai, molla tutto».
      «Eh, magari, ma tu come mai sei qui a Venezia?».
      «Sto aspettando Nino…, Nino Smeraldi il chitarrista, l’unico del gruppo rimasto a Venezia; appena arriva andiamo a Mestre a prendere Aldo Tagliapietra.
      Probabilmente Aldo non si farà più vedere da queste parti perché si è sposato e ha lasciato Murano; poi passeremo a Marghera dove saliranno l’altro ex isolano di Burano, Michi Dei Rossi, il batterista, e infine il nostro amico Renzo Di Francesco».
      «Siete davvero un gruppo speciale: un veneziano, un muranese, un buranello e un terrone come te» continua il vigile, sempre sorridendo. «Ehi! Ti ricordo che sono nato a Pescara, centro Italia, nella città di Ennio Flaiano e Gabriele D’Annunzio, che i caga in acqua come te non sanno nemmeno chi sono» replico io con un ampio sorriso.
      «Andiamo piano con i caga in acqua, dovresti vedere i turisti che vengono qui e mangiano panini lasciando sporco dappertutto» risponde il vigile, un po’ meno sorridente.
      «Voi discendenti della ricca e potente Serenissima sempre pronti al lamento… se non la smettete Venezia sarà sommersa dalle vostre lacri me!» ribatto io un po’ sul serio.
      «E sì, certo, siamo diversi. Noi italiani siamo un’accozzaglia di popoli ancora divisi, ma quando si tratta di non rispettare le regole…» insiste il vigile. «Non tocchiamo questo tasto, lascia fuori i musicisti: essere sregolati è un falso mito, noi apparteniamo al mondo dove tutto è possibile: due o tre, pari o dispari, tutti i numeri possono essere contenuti in un solo bat tito. La musica è più della matematica, l’esempio concreto della libertà, libera come l’aria! Ed è solo in questa zona franca che gli artisti operano prodigi realizzando le utopie, capisci?». Ho colpito nel segno; il vigile sembra pensare: “questo qua parla profondo”. E così insisto. «Ti dirò di più: i musicisti del Nord guardano più alla perfezione tecnica, mentre quelli del Sud si preoccupano più dei contenuti. Due modi opposti di ragionare, però quando si uniscono… Questo viaggio l’ho voluto io, perché è ora di cambiare musica in Italia». «Sarebbe bello che Smeraldi rientrasse nel gruppo, avete fatto quel capolavoro di Ad Gloriam! Eravate troppo avanti» esclama il vigile, scuotendo la testa.
      «Eh sì, purtroppo, ma recupereremo. Ueh! Visto che sono in anticipo vado a bere un caffè, dai un occhio alla Furgona.
      Ciao capitano!».
      «Ehi, vecio! Mandame na cartolina!»

      TONY PAGLIUCA (Pescara 1946)
      già tastierista e leader delle Orme, uno dei gruppi italiani di rock progressivo che hanno avuto più successo non solo in Italia, dagli anni Novanta solista e compositore, vive a Mestre. Amico di artisti e poeti come Elio Pecora, dopo il suo album Rosa Mystica (2021) sta lavorando a una versione per orchestra di Felona e Sorona.

      Le orme di Tony. Come ho raggiunto il successo senza eccesso
      di Tony Pagliuca- Roma- Editrice readaction- febbraio 2022-
      ISBN 979-12-8084-400-2 Euro 14,50

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