di Pierpaolo Di Carlo
Avere coraggio significa non darsi per vinti in partenza e prendere seriamente in considerazione l’idea di poter cambiare lo status quo, appiccicandosi in testa un’etichetta con su scritto “io voglio vincere”.
Se una squadra come il Bologna è riuscita a tornare in Champions League dopo sessant’anni, allora non solo ha avuto indubbiamente coraggio, ma non si è mai montata la testa a furia di guardarsi indietro e ha sempre avuto la consapevolezza di poter dire la propria, in qualunque stadio e contro qualsiasi avversario. La sua favola è frutto di uno spirito fiammeggiante degno di un drago, che ha portato una “provinciale” a far abbassare il capo a realtà ben più importanti nel panorama calcistico italiano. Questo non sarebbe stato possibile senza un lavoro coadiuvato alla perfezione da un allenatore che, non mettendosi mai in evidenza, ha valorizzato e dato nuovo smalto a giocatori che, da buoni, sono diventati ottimi. Come lui, dal capoluogo emiliano probabilmente partiranno elementi chiave cha hanno contribuito a concretizzare le ambizioni e i sogni di questa piazza: dal centravanti Zirkzee, oggetto dei desideri del Milan, al difensore Riccardo Calafiori che, come altri suoi compagni, avrà modo di rimettersi in mostra fra pochi giorni con l’inizio dell’europeo.
Il viaggio è stato emozionante, ma adesso che è qui il Bologna dovrà provare a sfruttare quest’occasione per inorgoglire ulteriormente i suoi tifosi, sotto la guida di un nuovo tecnico che, finali a parte, si è sempre saputo godere le trasferte europee. Se i rossoblu sapranno confermarsi anche la prossima stagione è ancora tutto da vedere ma, di sicuro, quella cha hanno appena vissuto, non la scorderanno per molti anni.