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      Il Festival Culturale dei Borghi Rurali della Laga alla terza edizione, ne parliamo con Domenico Cornacchia

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      Raccontare il territorio e far conoscere, magari per la prima volta, luoghi e siti dimenticati o ignoti, non è e non può essere una moda ma deve ed è una necessità di tutti per riappropriarsi della propria storia, del proprio passato e delle proprie radici.

      Un discorso, quello delle recupero dei territori, della memoria e della storia, alla base della III edizione del Festival Culturale dei Borghi Rurali della Laga.

      E, proprio il carattere di originalità delle proposte e la particolare rilevanza sociale, ambientale, architettonica, paesaggistica delle aree geografiche di riferimento, hanno aperto la strada per l’ottenimento del Patrocinio del Ministero della Cultura, della Società Geografica Italiana e dell’ente Parco Nazionale Del Gran Sasso E Monti Della Laga.

      Un appuntamento dunque in costante ascesa di cui abbiamo parlato con il referente per il Comune di Valle Castellana (TE) Domenico Cornacchia (nella foto) autore del libro “Resto qui”.

      Domenico, quale la mission di questo importante progetto?

      “L’obiettivo è quello  di favorire le comunità residenti nel comprensorio dei Monti della Laga, dei Monti-Gemelli e aree limitrofe, nonché contrastare il grave fenomeno dello spopolamento demografico. Da qui è emersa la necessità di direzionare l’attenzione sul recupero dello straordinario patrimonio storico-culturale e ambientale, attraverso un serie di azioni concordabili e condivisibili, tra cui assume particolare rilevanza l’organizzazione del Festival Culturale dei Borghi Rurali della Laga giunto ormai alla sua terza edizione”.

      Entriamo nel dettaglio di questa manifestazione.

      “Trattasi di una rassegna culturale itinerante promossa nell’anno 2022 dal Comune di Cortino (TE) e da FederTrek Escursionismo e Ambiente, estesa poi nell’anno successivo nell’intero territorio della Laga Teramana, grazie all’adesione dei Comuni di Crognaleto, Fano Adriano, Rocca Santa Maria, Teramo, Torricella Sicura, Valle Castellana, gestita dai volontari del Coordinamento Territoriale delle Comunità della Laga. Lo scopo di tutta l’iniziativa è quello di ricreare connessioni tra i conterranei del Comprensorio montano e tra i residenti e i tornanti saltuari sul territorio, quest’ultimi emigrati dalle Terre Alte per opportunità di lavoro e per aspirazione a modelli di vita alternativa alle condizioni aspre che la montagna purtroppo ancora oggi offre in termini di servizi ed infrastrutture. Altro obiettivo è favorire la conoscenza agli appassionati di turismo rurale, dell’inestimabile valore rappresentato dal patrimonio naturale, immateriale ed umano che caratterizza i numerosi borghi d’epoca sparsi sul territorio dei Monti della Laga e dei Monti Gemelli, tanti dei quali sono inclusi all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga”.

      Quanta voglia c’è, dopo i duri anni della pandemia di riscoprire la bellezza della natura e dell’ambiente?

      “Siamo convinti che la fruizione della bellezza oggi dei paesaggi montani e dello stile di vita che li caratterizzano, possano suscitare l’interesse del ‘viaggiatore’ volto ad ampliare le proprie esperienze emozionali in realtà differenti da quelle proposte dal turismo di massa o tipicamente delle città d’arte. C’è ancora un feeling naturale del vivere in molte aree  dell’Appennino con stili di vita più sostenibili e umani. C’è una rinnovata capacità attrattiva, che si può leggere nelle storie personali dei ritornanti, nei racconti delle emozioni delle persone  o nella speranza dei nuovi arrivi di giovani, che sul legame col territorio hanno fatto scommesse di lavoro e di vita. Un’occasione unica quindi per aprire gli insediamenti abitativi all’accoglienza e all’ospitalità rurale, contando sul contributo attivo dei centri di produzione culturale, delle associazioni, delle comunità, dei singoli cittadini e delle numerose aziende agricole locali, coinvolte con le loro produzioni artigianali di eccellenza rispettose dell’ambiente e dell’agro-biodiversità. In continuità con quanto avvenuto nelle precedenti edizioni del festival, le Comunità interessate proporranno di ideare e animare un’originale proposta attraverso gli ‘spazi ritrovati’ ovvero, gli abituali e antichi luoghi di incontro, riattivati o da riattivare per stimolare le ‘emozioni dell’anima’, attraverso racconti, rappresentazioni e ricordi tramandati nel tempo interpretati dalle stesse popolazioni residenti (sia in forma stabile che saltuaria), desiderose di tratteggiare la propria identità e il diverso modo di vivere in questi luoghi montani”.

      Se dovessi darci delle parole per questo progetto così lodevole?

      “Apprendere, aprirsi, agire e collaborare in modo totalmente volontari. La vera forza di questo festival nato dal basso sono le persone e le connessioni createsi giorno dopo giorno che continuano ad alimentare questo fuoco; sono queste le chiavi che hanno consentito l’accrescimento e consapevolezza che la rivalutazione di queste aree è un’opportunità da sostenere per il futuro delle nostre regioni. Vale per le persone, vale per le comunità e per i territori. Vale sicuramente per l’Appennino e ancora di più per i Monti della Laga e per le aree limitrofe ferite dal sisma attualmente impegnate a riscrivere una pagina nuova. Ci tengo a ringraziare il responsabile del progetto Roberto Gualandri, e tutti i vari collaboratori e referenti che lavorano ogni giorno in modo volontario su questi territori quali: Antonio Citti, Ambra Pastore, Giuseppe Virzi, Barbara Diletti, Annarita Di Domenico, Francesca Pomanti, Adriano Marini, Armando Nanni e Nadia Ragonici. Sarebbe impossibile ringraziare tutte le persone che si stanno adoperando in questo importante progetto; un grande grazie va a tutta l’attiva Rete Territoriale“.

      Quali le novità per questa terza edizione che partirà a breve? E il tema per il 2024?

      “Principali novità di questa terza edizione sono le richieste di partecipazione pervenute da numerose Comunità locali, le quali hanno favorito il coinvolgimento spontaneo nella progettualità dei paesi delle aree marchigiane, laziali ed aquilane che s’affacciano sui Monti della Laga e sui Monti Gemelli, arrivando a collegarle simbolicamente alle zone contigue dell’area del cratere identificate nel Sottogruppo del Monte Pozzoni, i Monti dell’Alto Aterno e l’adiacente versante umbro-marchigiano dei Monti Sibillini. I 18 comuni interessati per questa terza edizione sono: Accumoli, Acquasanta Terme, Amatrice, Arquata Del Tronto, Campli, Campotosto, Capitignano, Cittareale, Civitella Del Tronto, Cortino, Fano Adriano, Folignano, Montereale, Norcia, Rocca Santa Maria, Teramo, Torricella Sicura, Valle Castellana. Le cinque province interessate sono: l’Aquila, Rieti, Teramo, Ascoli Piceno, Perugia. Le Regioni sono Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria. Si intravede così la possibilità di coltivare quel sogno di considerare finalmente questa straordinaria porzione dell’Appennino centrale come un’unica realtà economico-attrattiva distrettuale. Da qui il tema scelto per il Festival 2024: Le Comunità della Laga Riunite. Le sfide per un nuovo Appennino che dialoga in perfetta continuità con le precedenti edizioni”.

      Un calendario ricco che prederà il via a fine aprile per concludersi nel mese di dicembre 2024.

      “Il calendario 2024 è ampio e ricco di tante iniziative, il tutto improntato secondo un criterio di equità di rappresentanza, cercherà di privilegiare la destagionalizzazione delle proposte nell’ottica di una razionale distribuzione degli eventi durante tutti i mesi dell’anno, a partire dal prossimo mese di aprile fino a dicembre 2024. Confermato invece il format vincente del Festival, vero punto di forza della manifestazione, ovvero l’impegno diretto dalle popolazioni residenti invitate a valorizzare la specifica vocazione di ciascun borgo, attraverso l’allestimento di spazi culturali, dimostrazioni pratiche degli antichi mestieri, le rievocazioni di racconti e storie dimenticate, rappresentazioni, laboratori di educazione alla sostenibilità, incontri tematici, ed altro ancora. Sarà inoltre stimolato il contributo attivo da parte delle fasce di popolazione più fragili come quella degli anziani, peraltro ritenuti i veri custodi del patrimonio tradizionale e quella in età scolastica, proseguendo negli esempi di amministrazione condivisa avviati con i ‘Patti educativi di comunità, ovvero i nuovi strumenti operativi introdotti recentemente dal Ministero dell’Istruzione che individuano proprio il territorio e la comunità di appartenenza, gli assoluti protagonisti della rinascita delle aree vulnerabili, attraverso attività esperienziali”.

      Saranno tre i momenti inaugurali della terza edizione:

      • Sabato 13 aprile alle ore 10:00 presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia, sita a Teramo in via Francesco Savini, 50 ci sarà la rassegna di apertura del festival e la presentazione del calendario eventi.
      • Martedi 16 aprile alle ore 17:00 presso il PalaRozzi di Villa Pigna di Folignano (AP) per la rassegna culturale LibrArte: “L’incontro di due Festival per le Comunità in cammino”
      • Martedì 23 aprile alle 10:30, presso la Sala Conferenze della prestigiosa sede della Società Geografica Italiana, a Palazzetto Mattei in Villa Celimontana a ROMA per la presentazione del progetto.

      Come descriveresti il Festival in una frase?

      “Con le parole di Gaia, una ragazza di 14 anni che ha partecipato ad un evento: Luoghi che rigenerano l’anima, anime che rigenerano luoghi.

      Info: www.borghiesentieridellalaga.org

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