di Davide Pitocco
Il giorno della quinta tappa del Giro d’Italia 2024, edizione numero 197, da Genova a Lucca per un totale di 178 km, la terza tappa consecutiva con un arrivo favorevole ai velocisti. La tappa si snoda lungo la statale Aurelia, di cui si seguono ogni curva e saliscendi. Due i gran premi della montagna previsti, il primo al 62° chilometro con il Passo del Bracco di terza categoria a 610 metri di altezza, il secondo a poco più di 20 chilometri dal traguardo quello di Montemagno di quarta categoria. Non troppo impegnativa, la strada porta al finale dopo Camaiore, dove si cala il breve Montemagno prima di scendere lungo la Val Freddana e raggiungere l’arrivo di Lucca. Anche oggi non possiamo non rivolgere qualche domanda al nostro amico Mario.
“Che vi avevo detto? Ieri è stato il giorno di Milan. Oggi non chiedetemi pronostici, perché se ci prendi una volta, non è detto che poi ci si possa ripetere.”
L’addetto ai lavori, dopo aver faticato dalla mattina presto, sta seguendo dalla sala stampa gli eventi che caratterizzano questa tappa.
“Oggi tappa nervosa nella parte iniziale e ci scommetto il pranzo di domani che il gruppo non permetterà alla fuga di prendere troppo vantaggio. Vedi quei quattro lì, Askey, Bais, Geschke e Tarozzi, non sono uomini di classifica e quindi sono stati liberi di andare in fuga, ma dopo Rapallo e dopo il passo del Bracco non credo che saranno ancora loro i battistrada.”
Mario è un grande conoscitore di ciclismo, perché appena iniziato il Bracco il ritmo dei fuggitivi scende e Geschke scollina per primo, ma durante la discesa il gruppo si fa sotto e nel passaggio a Borghetto Vara pedala compatto. L’avventura dei quattro quindi si esaurisce nel giro di 80 chilometri.
Le strade sono un carosello in festa di colori ed i corridori pedalano uniti come un esercito che avanzi insieme contro il nemico schierato sul fondo della vallata, come un’onda colorata pronta a travolgere tutto ciò che si frappone sulla sua strada. Dopo aver superato l’abitato di Ceparana Thomas, Valgren, Paleni e Pietrobon allungano e la loro accelerazione permette di guadagnare 1’20’’. Intanto le cave di marmo di Carrara vigilano sulla corsa come giganti buoni, pallidi come riflessi di cielo che si specchiano nel greco mare. Sornione se ne stanno lì a rammentare all’uomo la bellezza e la grandezza della Natura.
La squadra della maglia rosa pedala tra le prime posizioni controllando la corsa, infatti il vantaggio dei battistrada si mantiene costante 1’15’’.
Ineos e la LIdl iniziano a ricucire il distacco. La Alpecin allora si prende l’onore di guidare il plotone. Il lavoro è egregio, ma sul più bello sembra sparire dai radar, mentre i 4 al comando si danno cambi regolari e le strade in lieve discesa, ondulate e ricche di curve non favoriscono gli inseguitori.
Quindi grande dormita delle squadre dei velocisti e i battistrada mantengono un vantaggio esiguo, ma bastevole a permettere l’assalto di un sontuoso Pietrobon. Da dietro però Valgren lancia la volata di Thomas che alla fine prevale sul giovane e coraggioso italiano. A 6’’ arriva il gruppo regolato da Milan, non pervenuta nel momento cruciale la sua squadra e da domani sarà la volta degli sterrati.