Ugl: no alla svendita del patrimonio Asp 2 della provincia di Teramo

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“È ufficialmente partita la maxi-svendita del patrimonio immobiliare dell’Azienda Agricola ‘Orfanotrofio Femminile Domenico Ricciconti’, la società partecipata controllata dalla Asp 2 della provincia di Teramo quale socio unico. Prima la cessione a prezzi stracciati di un capannone di contrada Cona, valutato dall’Agenzia delle Entrate 400mila euro, e svenduto ad appena 229mila euro; ora è la volta di un appezzamento di terreno di 15 ettari, situato a Cellino Attanasio, che nella delibera del Direttore Gabriele Astolfi, consigliere comunale ad Atri, è stato già bollato come ‘improduttivo e antieconomico’, una premessa mortificante che sicuramente farà calare il prezzo dell’offerta, nell’interesse di chi eventualmente vorrà acquistare, ma non certo dell’Ente pubblico che, in teoria, dovrebbe valorizzare le proprietà per incassare risorse utili. È evidente che siamo dinanzi all’ennesima vicenda che porteremo all’attenzione della Corte dei Conti e degli altri Organismi competenti per capire quali siano le intenzioni di una governance politica che continua a mostrare falle ingiustificabili”. È la segnalazione che arriva dal Segretario Ugl Armando Foschi in merito alle ultime delibere e determine varate dalla governance politica e amministrativa della Asp 2 e delle sue controllate.

A segnalare le ultime svendite messe in atto in tutta fretta dalla Asp 2 sono stati i cittadini di Atri che considerano l’azienda ‘Ricciconti’ un patrimonio di valori del territorio e che ora rischia di essere spogliato da una gestione che, evidentemente, ha bisogno di liquidità, forse, facile supporre, per fronteggiare il mutuo da un milione di euro contratto con Banca Prossima per  pagare le normali attività, e in trattativa per un ulteriore mutuo da un altro milione di euro – ha snocciolato il segretario Ugl Foschi -. Ma se sulle motivazioni di tali svendite possiamo solo fare ipotesi, seppur legittime, restano i fatti. Nelle scorse settimane abbiamo seguito a distanza la svendita all’asta del capannone di contrada Cona, peraltro una rimessa-magazzino accatastato come agricolo per la rimessa del grano, e che invece è stato ceduto da tempo in affitto a un artigiano che lo ha utilizzato come falegnameria, non sappiamo se legittimamente o meno. Il valore dell’immobile secondo l’Agenzia delle Entrate era pari a 400mila euro, e invece è stato svenduto a soli 229mila euro, prezzo stabilito in seguito a una perizia commissionata dalla stessa Asp 2, la quale stranamente però, anziché eventualmente sopravvalutare il patrimonio che decide di mettere sul mercato, ovviamente procede dopo che un perito di sua parte lo ha inspiegabilmente svalutato, superando anche le stime pure critiche dell’Agenzia delle Entrate.  Strana coincidenza, il capannone è stato venduto all’unico offerente in gara, ovvero lo stesso artigiano che già occupa la struttura con una falegnameria. Fra l’altro, sino a oggi, non abbiamo trovato traccia di una delibera o determina o di un qualunque atto istituzionalmente valido e tipico con cui la governance politica della Asp 2 o anche l’amministratore unico della Srl abbiano deciso come utilizzare i 229mila euro incassati dalla vendita, procedura, quest’ultima, obbligatoria e prevista in maniera specifica dal diritto amministrativo. A sollevare le preoccupazioni del territorio, già perplesso dinanzi alla prima operazione – ha proseguito il segretario Ugl Foschiè ora la svendita annunciata di un terreno di 15 ettari situato a Cellino Attanasio che nell’avviso firmato dal direttore della Asp 2 Gabriele Astolfi, ex sindaco di Atri e oggi consigliere comunale, è stato squalificato come terreno  ‘scarsamente produttivo,  del tutto scollegato sia dal punto di vista aziendale che dal punto di vista geografico dal resto dell’azienda agraria, risultando così la conduzione antieconomica’. Peccato che fino all’estate 2022 quello stesso lotto sia stato coltivato con profitto, sia in maniera diretta sia con la formula del conto terzi, procedure che hanno permesso all’Azienda di incamerare economie e una quota di contributi da parte dell’Unione Europea. Ovviamente attendiamo di conoscere le sorti del secondo bando, senza nascondere le perplessità istituzionali visto che mai è successo prima d’ora che un Ente pubblico o una controllata svalutassero i propri immobili prima di immetterli sul mercato, non si comprende chi possa avere interesse ad acquistare 15 ettari di ‘un terreno improduttivo e antieconomico’ per confessione dello stesso venditore. Ma soprattutto riteniamo indispensabile accendere un faro sulle operazioni immobiliari improvvise e ingiustificate di un’azienda pubblica che a oggi conta proprietà anche nei comuni di Cellino, Bisenti, Arsita, Castilenti, Silvi, Pineto e Giulianova. Ricordiamo che in capo alla Asp 2, e della sua controllata, esiste un piano di dismissioni approvato dalla Regione Abruzzo, ma che lo stesso risale al 2017 e non è stato mai modificato, nemmeno in vista delle imminenti cessioni, documenti e considerazioni che meritano l’attenzione della Corte dei Conti”.